Torna il Global Climate Strike, lo sciopero globale per il clima, ma in versione digitale – Il programma della giornata

L’obiettivo della giornata è molto preciso: mobilitare quante più persone possibile per far sì che la ricostruzione dopo la crisi sanitaria sia il primo passo per una giusta transizione ecologica

«Annunciamo una grande giornata di sciopero per il 24 aprile». Così Fridays for Future ha lanciato la mobilitazione del Global Strike per il clima, che quest’anno si sposta dalla piazza alla rete a causa dell’emergenza Coronavirus. «Il lockdown ci impedisce di scendere nelle piazze con i nostri corpi, ma non per questo ci fermeremo», ha aggiunto annunciando «il più grande Digital Strike della storia. Anche se saremo a casa, faremo sentire la nostra voce più forte che mai».


Le attività in programma

Gli attivisti italiani chiedono a chi voglia prendere parte alla mobilitazione di scattarsi una foto con un cartello e di pubblicarla sui social, usando l’hashtag #RitornoAlFuturo. L’appuntamento virtuale è alle 10 a Palazzo Chigi, dove i partecipanti sono invitati a geolocalizzarsi rimanendo ciascuno a casa propria. «Anche se chiusi in casa, sarà come trovarsi tutte e tutti insieme davanti alla sede del governo, in migliaia, con la stessa determinazione di ogni altro Global Strike».


Dalle 11 in poi ci saranno varie attività, tra cui un webinar di approfondimento e un’edizione speciale del #CamerettaTour con personaggi della scienza, come il ricercatore di scienze forestali Giorgio Vacchiano, e dello spettacolo, come Mannarino, con cui affrontare diversi temi legati all’ambiente – dal cambiamento climatico alle politiche ambientali. Nel pomeriggio si andrà avanti con le proposte dei vari gruppi locali di Fridays For Future. 

L’obiettivo dello sciopero

L’obiettivo della giornata è molto preciso: mobilitare quante più persone possibile per far sì che la ricostruzione dopo la crisi sanitaria sia il primo passo per una giusta transizione ecologica. Ecco perché in occasione dello sciopero globale di venerdì 24, Fridays For Future ha deciso di lanciare la campagna “Ritorno al Futuro“, con una lista di sette punti sottoscritta da decine di scienziati ed esperti, con princìpi e proposte concrete da cui ripartire.

Il messaggio lanciato dagli attivisti è chiaro: dalla fusione dei ghiacciai e l’innalzamento del livello dei mari, all’acidificazione degli oceani, passando per precipitazioni e inondazioni sempre più frequenti, ondate di calore e siccità sempre più intense e tempeste ed uragani sempre più distruttivi. La crisi climatica è già in atto, e quella economica e sanitaria imposta dal Coronavirus può rappresentare un’occasione per ripensare il nostro attuale sistema economico e produttivo.

Mentre piccoli passi vengono mossi da alcune città – come Milano, che ha annunciato un piano per ridurre l’uso della macchina dopo il lockdown -, a livello nazionale e internazionale le tematiche ambientali sono totalmente assenti dal dibattito politico sull’emergenza. La comunità scientifica però avverte che sono rimasti solo 8 anni per evitare conseguenze peggiori. Le code al supermercato, le mascherine, la scarsità di alcuni prodotti di prima necessità potrebbero diventare la nostra normalità, ecco perché un piano per uscire dalla crisi non può prescindere da un massiccio investimento sulla transizione ecologica. 

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