Coronavirus, strage nelle case di cura nel Regno Unito: il rapporto segreto che il governo ha ignorato

Il governo inglese ha tenuto nascosto il documento da quando è stato distribuito per la prima volta, tre anni fa

Il Regno Unito non era preparato a una pandemia come quella da Coronavirus e neanche ad affrontare un’emergenza sanitaria nelle case di cura per anziani. Questo è quello che emerge da un rapporto segreto pubblicato dal Guardian che si basa su una simulazione di una pandemia influenzale. Nome in codice: Esercizio Cygnus. Nel report sono contenute 26 regole ferree cui attenersi per sventare la maggior parte dei pericoli creati dall’emergenza. Tra queste, il potenziamento della capacità delle case di cura e il numero di personale disponibile a lavorarci. Si parla, inoltre, di pazienti che dagli ospedali dovranno essere accolti nelle stesse strutture per anziani.


Il segretario di Stato per la Salute, Matt Hancock, ha dichiarato che tutto ciò che era in programma nella simulazione è stato portato a termine. Diversa è l’opinione di Martin Green, amministratore delegato di Care England, che rappresenta i maggiori fornitori indipendenti di case di cura. L’uomo ha raccontato che la gestione dei pazienti, l’assistenza sociale, e la necessità di aumentare i fornitori di cure private non hanno subìto variazioni. Nessun potenziamento da parte delle agenzie governative con i suoi membri.


Il governo inglese ha tenuto nascosto il rapporto Cygnus da quando è stato distribuito per la prima volta a Whitehall, tre anni fa. Non solo: ha sempre svicolato dalle richieste di maggiore trasparenza sull’argomento, finché non è stato annunciato un procedimento legale per costringere i ministri a parlarne. Con un terzo di tutti i decessi Covid-19 finora registrati nelle case di cura, Boris Johnson ha detto al parlamento: “C’è un’epidemia in corso nelle case di cura, che è qualcosa di cui mi pento amaramente”.

Sono 6.686 le persone decedute per Coronavirus nelle case di cura fino al primo maggio in Inghilterra e Galles. Gli operatori lamentano dallo scoppio dell’epidemia la carenza di dispositivi di protezione individuale, come le mascherine e i camici, indispensabili per proteggere il personale e limitare la diffusione del virus.

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