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Fase 2, l’avvertimento dei Lincei: con la fretta si rischia un «rampante ritorno dell’epidemia» di Coronavirus

08 Maggio 2020 - 21:44 Redazione
Individuare e isolare i nuovi contagi è «essenziale», sottolineano i Lincei, considerando la bassa percentuale delle persone che in Italia ha finora avuto l'infezione

Nella fase 2, la rimozione affrettata delle misure di contenimento potrebbe portare a un «rampante ritorno dell’epidemia» di Coronavirus: è l’avvertimento del secondo Rapporto Covid-19 della Commissione Salute dell’Accademia Nazionale dei Lincei, a cura di Maurizio Cecconi, direttore del dipartimento di Anestesia e Terapie Intensive dell’Irrcs Humanitas, e degli immunologi Guido Forni, dell’Università di Torino e Alberto Mantovani, direttore scientifico e presidente della Fondazione Humanitas.

«Se la lunga durata delle strategie di confinamento causa seri problemi sociali ed economici, una loro rimozione troppo affrettata potrebbe portare a un rampante ritorno dell’epidemia, con conseguenze sanitarie e sociali ancora più devastanti», si legge nel documento dei Lincei. «Cercare di incrementare la libertà individuale e di ridurre le restrizioni sociali mantenendo un attento controllo della diffusione dell’epidemia non è un’impresa facile», rilevano. Soprattutto «perché non sono disponibili linee guida facilmente applicabili ai Paesi occidentali. Si tratta di un’impresa che probabilmente sarà connotata da una serie di errori e da una serie di misure messe in atto per riparare gli errori».

Individuare e isolare i contagi

Individuare e isolare i nuovi contagi è «essenziale», sottolineano i Lincei, considerando la bassa percentuale delle persone che in Italia ha finora avuto l’infezione. Gli esperti stimano che all’uscita dal lockdown la percentuale di chi ha avuto l’infezione sia «molto bassa, inferiore al 10% della popolazione, il che implica che la maggior parte delle persone sarà ancora del tutto vulnerabile al virus».

Insomma: «quando viene attuata la mitigazione delle misure di blocco, il contenimento dell’epidemia o una sua violenta ripresa dipenderanno essenzialmente dall’efficacia più o meno elevata con cui viene messa in atto un’intensa campagna per individuare le persone infette che sono asintomatiche o che sono ancora pre-sintomatiche, in modo da isolarle e tracciare efficacemente i loro contatti e metterli rapidamente in quarantena».

Sì alla corsa al vaccino. Con cautela

Sì alla corsa al vaccino anti SarsCoV2, ma la cautela è d’obbligo per evitare errori, con pericolose ricadute sulla salute, rileva la Commissione Salute dell’Accademia dei Lincei nel rapporto Covid-19. «C’è una lunga lista di gravi malattie infettive verso le quali i vaccini non sono efficaci o lo sono solo parzialmente», è l’avvertimento. «Ogni malattia costituisce un problema immunologico a sé: anche oggi, con tutti i dati in nostro possesso, è difficile prevedere quale vaccino possa essere davvero efficace».

La Covid-19 è, si ricorda, «una malattia molto giovane». E i virus a Rna come il SarsCov2 «vanno incontro a frequenti mutazioni, motivo questo per cui è spesso non facile preparare vaccini in grado di proteggere efficacemente». E l’urgenza è tale, rilevano gli esperti, che, per verificare velocemente l’efficacia di un eventuale vaccino, «è stato proposto di vaccinare dei volontari umani e, successivamente, di infettarli con il virus SarsCov2 in modo da verificare in tempi molto rapidi la reale efficacia del vaccino». Un esperimento che i Lincei definiscono «eticamente controverso».

«La somministrazione del vaccino deve essere associata a un rigoroso studio della sua sicurezza. Questo punto assume una particolare importanza proprio perché un vaccino non è un farmaco per persone ammalate che stanno rischiando la vita quanto piuttosto un trattamento che viene somministrato a chi sta bene per prevenire il rischio di ammalarsi».

Misure a livello europeo

E ancora, avvertono gli esperti: le misure non dovrebbero inoltre essere adottare solo a livello nazionale, ma coordinate a livello europeo. «In Europa l’intensa interconnessione tra le nazioni dovrebbe imporre la messa in atto di misure coordinate, cosa che attualmente non appare essere sufficientemente considerata, essendo ogni nazione concentrata sui gravi e
parzialmente differenti problemi interni».

Secondo i Lincei si deve invece «tener presente che il ritorno dell’epidemia in una nazione europea potrebbe causare la re-introduzione di blocchi successivi e financo l’introduzione di una serie di blocchi periodicamente ripetuti anche in altre nazioni. Sia il costo che la complessità sociale, politica ed economica di situazioni di questo genere appaiono essere molto elevati».

In copertina ANSA/Angelo Carconi | Una veduta interna dell’Accademia Nazionale dei Lincei in via della Lungara, Roma, 28 novembre 2019.

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