Erminio e la sua azienda, lui muore di Coronavirus e il datore di lavoro assume la moglie rimasta vedova

Ha lavorato per 30 anni in un’azienda tessile della Brianza. Uno dei titolari: «Ci ha aiutato a crescere, anche per noi è stata una perdita tragica. Assumere Michela è un gesto per ricordarlo degnamente e per aiutare coi fatti la sua famiglia»

Erminio Misani, 54 anni, a marzo è stato ricoverato come paziente affetto da Coronavirus, e in poche ore è morto. Nato e cresciuto in un paese della Brianza – in Lombardia -, a Bellusco, aveva trascorso trent’anni della sua vita lavorando per un’azienda tessile della zona, la Lei Tsu di proprietà della famiglia Terragni. Si era poi sposato con Michela con la quale avevano acquistato una villetta nel centro del paese. Poi i figli, tre, ai quali ha sempre assicurato il massimo perché studiassero e la decisione, di comune accordo con la moglie, che fosse lui a mantenere la famiglia mentre la donna sarebbe rimasta a casa a crescere i piccoli.


La moglie, Michela, ora è rimasta sola con i tre figli, e senza lavoro. «Ho telefonato a uno dei titolari della Lei Tsu, Benedetto Terragni – racconta Michela al Corriere della Sera – perché era doveroso avvisarlo. Erminio lavorava da loro da 30 anni, per lui era come una seconda famiglia». Dopo una riunione convocata su Whatsapp con il resto della famiglia, Benedetto ha deciso: «Assumeremo la moglie di Erminio». Il giorno dopo il padre di Benedetto, Marco, con cui Erminio aveva lavorato per anni, ha chiamato Michela per comunicarglierlo: «C’è un posto per te in azienda, Michela. Puoi iniziare quando te la senti».


«Quando l’ho sentito sono rimasta senza parole – ha raccontato Michela che comincerà a lavorare dal primo giugno. Sono stati giorni tremendi, mi sembrava che tutto mi fosse crollato addosso, e questo gesto è di un’umanità immensa, che ci aiuta concretamente». «Erminio è stato con noi per anni, ha aiutato l’azienda a crescere, anche per noi è stata una perdita tragica – racconta Benedetto Terragni che non riesce a spiegarsi il clamore dopo la sua decisione. Assumere Michela è stato un gesto per ricordarlo degnamente e per aiutare coi fatti la sua famiglia».

Anche il sindaco, Mauro Colombo, è della stessa idea: «La conseguenza naturale di quanto ha fatto negli anni la famiglia Misani. Hanno dato tanto, davvero. E tanto stanno ricevendo. La Lei Tsu invece ha dimostrato, anche in quest’occasione, di essere un’azienda importante, ma attenta alla comunità in cui opera da quasi un secolo».

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