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Coronavirus, i numeri in chiaro. Pregliasco: «Il 3 giugno ripartiamo tutti insieme. La patente di immunità? Nessuna garanzia»

28 Maggio 2020 - 20:21 Fabio Giuffrida
Domani verranno resi noti i dati sul monitoraggio nazionale sulle regioni e così nei prossimi giorni il governo sarà chiamato a decidere sulla mobilità tra le regioni. Oggi a Open, ad analizzare i dati dell’emergenza sanitaria del Coronavirus, c'è il direttore sanitario dell’istituto Galeazzi di Milano

Calano i morti, aumentano i guariti, ma i contagi per Coronavirus sono ancora 593 (il 64% in Lombardia): sono questi i numeri di oggi, 28 maggio. Dati confortanti che, però, non devono far abbassare la guardia, come ci spiega Fabrizio Pregliasco, epidemiologo e direttore sanitario dell’istituto Galeazzi di Milano: «C’è una riduzione consistente e sistematica nella mortalità. Si tratta di bellissimi segnali, ma attenzione al comportamento dei singoli, fondamentale in questa fase».

Open | I dati di oggi 28 maggio 2020

Domani la giornata più attesa: quella dei dati sul monitoraggio nazionale sulle regioni. Numeri alla mano, il governo dovrà decidere nei prossimi giorni se consentire la mobilità tra regioni o se limitare alcuni spostamenti, specialmente in territori, come quello lombardo, che preoccupano ancora. «Spero in una ripartenza omogenea, tutti insieme dal 3 giugno, magari con interventi e correttivi su alcune zone. Ma anche in questo caso parliamo di una scelta politica oltre che di un’esigenza sanitaria», dice Fabrizio Pregliasco che, intanto, boccia in toto la patente sanitaria o di immunità per consentire l’accesso ai turisti e ai cittadini provenienti da aree a rischio nelle regioni meno colpite dal virus.

Open | La situazione italiana 27-28 maggio 2020

«La patente d’immunità? Non ci dà alcuna certezza, nessuna garanzia sulla condizione di salute della persona, io non ci credo», dice, sostenendo che, invece, diventa fondamentale il comportamento dei singoli. «Se una persona con sintomi, ad esempio la febbre, si imbottisce di paracetamolo e va al lavoro o addirittura partecipa alla movida, questo sì che diventa un rischio per tutti noi», conclude.

Video di Fabio Giuffrida | Foto in copertina di Vincenzo Monaco

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