Coronavirus, rush finale per salvare l’ultimo giorno di scuola. Ascani: «Aiuterà a ritrovare la serenità»

«È una piccola cosa, ma può servire agli studenti a chiudere più serenamente un anno che dal punto di vista delle relazioni è rimasto sospeso», ha affermato la viceministra dell’Istruzione

Il pranzo dei 100 giorni è saltato. La notte prima degli esami sarà diversa dal solito, anche perché diverse saranno le prove di maturità. Tra i primi mondi a cambiare a causa del Coronavirus c’è quello della scuola: già dal 4 marzo il governo ha scelto di chiudere le scuole di ogni ordine e grado. Da allora, le campanelle non hanno più suonato. E non suoneranno almeno fino a settembre. Si è accesa, tuttavia, la speranza di riuscire a salvare l’ultimo giorno di scuola. Ad annunciarlo è la viceministra dell’istruzione Anna Ascani.


«Il Comitato tecnico scientifico ha chiarito che non è contrario agli incontri tra studenti e docenti per salutarsi per l’ultimo giorno di scuola – scrive Ascani su Facebook -, purché siano all’aperto e nel pieno rispetto dei divieti di assembramento e delle regole di distanziamento e di protezione individuale. Sono contenta. E spero che iniziative del genere vengano organizzate, in piena sicurezza, anche oltre la data prevista per la fine delle lezioni, come si sta facendo in diversi comuni».


La viceministra esprimerebbe la posizione del governo: favorevole, in condizioni di sicurezza, a non privare i ragazzi dell’ultimo saluto con i propri compagni e insegnanti. «È una piccola cosa, ma può servire agli studenti a chiudere più serenamente un anno che dal punto di vista delle relazioni è rimasto sospeso – aggiunge Ascani -. Questo vale soprattutto per i bambini e i ragazzi che cambieranno scuola, compagni e insegnanti, passando dalla scuola dell’infanzia alla primaria, dalla quinta elementare alla prima media o dalla terza media al primo superiore. E per quelli che concluderanno il percorso scolastico con l’esame di Stato».

Le polemiche passate

È da tempo ormai che Ascani si spende per permettere ai ragazzi di vivere l’ultimo giorno di scuola in maniera reale e non in videoconferenza. Lo stesso Comitato tecnico scientifico che oggi, 30 maggio, ha dato il via libera all’incontro tra docenti e alunni, in precedenza si era espresso con un no netto. Il 26 maggio, la viceministra invitava i tecnici a lavorare insieme «per permettere un ultimo giorno di scuola all’aperto, in sicurezza. Non si può negare a bambini e ragazzi delle classi terminali questa possibilità», ha scritto sui social.

Di lì in avanti la possibilità si è fatta sempre più concreta: solo un giorno fa Ascani ha ribadito: «So che si sta discutendo di consentire questa possibilità, ma di fatto non ci sono contrarietà pregiudiziali sul tema. Ovviamente poi ci sarà la scelta politica del farlo o del non farlo, dal mio punto di vista sarebbe un errore, nel momento in cui dovesse arrivare un nulla osta, decidere di non farlo. Penso che questo momento, per quanto non risolva tutto il dramma vissuto dai nostri bambini e ragazzi, sia un momento importante soprattutto per chi conclude una fase».

La riapertura a settembre

Ottenuto il lasciapassare dai tecnici, adesso spetterà alle singole scuole organizzare quest’ultimo incontro tra insegnanti e studenti. Benché ci sia ancora qualche attrito da risolvere riguardo agli esami di Stato – come il caso del professore che si è rifiutato di fare il presidente di commissione per paura di contagiare gli studenti -, il ministero guarda già alla fine dell’estate. «Naturalmente l’impegno più importante, quello su cui non si può sbagliare, è la riapertura della scuola a settembre – conclude Ascani -. E ogni nostro sforzo resta concentrato su questo fondamentale obiettivo, affinché tutti possano tornare a scuola in presenza e in sicurezza».

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