Gli Uffizi riaprono, il direttore Eike Schmidt: «Sì, siamo su TikTok e non capisco le critiche dei professoroni. Il futuro è sui social e nel turismo lento» – Il video

Le telecamere di Open sono entrate nelle Gallerie degli Uffizi: termoscanner, visitatori contingentati e sanificazione costante sono le coordinate per la riapertura

Il 3 giugno, dopo quasi tre mesi di chiusura, le Gallerie degli Uffizi torneranno a mostrare le proprie bellezze. Il Coronavirus si è abbattuto con forza non solo sulle realtà turistiche meno strutturate: persino uno dei musei più importanti al mondo si trova a fare i conti con l’emergenza che, da sanitaria, è diventata economica. Oltre 12 milioni di euro persi, «e la riapertura con una compresenza di visitatori dimezzata, servirà solo a limitare le perdite», spiega Eike Schmidt, il direttore degli Uffizi. Fino a quando non si troverà un vaccino, potranno visitare il museo un massimo di 450 persone contemporaneamente, la metà rispetto all’era pre-Covid. Nonostante il calo degli introiti, «il lockdown è stato un momento per ripensare il ruolo dei musei – aggiunge Schmidt -. Ci siamo sentiti in dovere di aprirci virtualmente a pubblici diversi. Per parlare agli adolescenti, abbiamo creato dei tormentoni con le nostre opere d’arte su TikTok».


Comunicazione e nuove forme di turismo sono le opportunità da intercettare per il futuro. «Spero – conclude il direttore degli Uffizi -, che le persone inizino a visitare le città in maniera più lenta, che stazionino più giorni nello stesso territorio per conoscerlo meglio. Firenze non è solo Duomo e Uffizi, ci sono tante chiese anche piccole che nascondono opere d’arte grandiose. Un altro cambiamento che mi aspetto dal post pandemia riguarda la concezione dei musei. Non sono luoghi da visitare una volta nella vita, ma delle vere e proprie librerie da consultare periodicamente per approfondire l’arte che più ci interessa».


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