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Festa della Repubblica, Mattarella in visita a Codogno: «L’Italia investita da un virus imprevedibile. Grazie a chi ha curato i malati» – I video

02 Giugno 2020 - 12:09 Redazione
Le Frecce Tricolori hanno sorvolato la Capitale. Poi Mattarella si è recato a Codogno, primo focolaio italiano del Coronavirus: «I morti sono ferite che possiamo ricucire soltanto con un ricordo - ha detto - Dobbiamo ricordarne volti, nomi e storie di tutti»

Quella di oggi non sarà la classica festa della Repubblica. Non ci saranno le celebrazioni ufficiali: ai tempi del Coronavirus solo una cerimonia all’Altare della Patria alla presenza delle massime cariche dello Stato (dal premier Giuseppe Conte ai presidenti di Camera e Senato Roberto Fico ed Elisabetta Casellati fino alla presidente della Corte Costituzionale Marta Cartabia), ovviamente senza tradizionale parata. Un 2 giugno che si trasforma in una giornata in cui riflettere sui «valori fondativi della Repubblica», come auspicato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio ai prefetti italiani.

Le parole del Capo dello Stato

«La ricorrenza del 2 giugno coincide quest’anno con un momento particolarmente difficile per il Paese, che si avvia alla ripresa dopo la fase più drammatica dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Il senso di responsabilità e le doti di resilienza che hanno animato le comunità nei momenti più drammatici della crisi vanno ora trasposti in un impegno comune verso gli obiettivi del definitivo superamento dell’emergenza e di una solida e duratura ripresa», ha detto Mattarella, ricordando che «la crisi non è terminata e tanto le istituzioni quanto i cittadini dovranno ancora confrontarsi a lungo con le sue conseguenze».

«Nell’anniversario della fondazione della Repubblica rivolgo a voi, e per il vostro tramite, agli amministratori locali e a tutti coloro che ricoprono pubbliche funzioni, l’augurio più sincero affinché questa data sia occasione per una rinnovata riflessione sui valori fondativi repubblicani», ha aggiunto. «Le dimensioni e la gravità della crisi, l’impatto che essa ha avuto su ogni aspetto della vita quotidiana, il dolore che ha pervaso le comunità colpite, hanno richiesto a tutti uno sforzo straordinario, anche sul piano emotivo. L’eccezionalità della situazione ha determinato difficoltà mai sperimentate nella storia della Repubblica, ponendo a tutti i livelli di governo una continua domanda di unità, responsabilità e coesione».

Le Frecce Tricolori

Un messaggio ai giovani

Mattarella – che ha già diffuso un messaggio agli italiani – ha rivolto anche un pensiero ai giovani: «La necessità di frenare la diffusione del virus ha imposto limitazioni alla socialità, sacrificando l’affettività e i legami familiari; i più giovani sono stati temporaneamente privati dei luoghi in cui si costruisce e rafforza il senso civico di una collettività, primi fra tutti la scuola e lo sport».

La visita a Codogno

mattarella
Rainews24 | In foto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Codogno

Poi il presidente della Repubblica si è recato a Codogno, comune del Lodigiano in cui è stato scoperto il primo caso italiano di Coronavirus tra il 20 e il 21 febbraio scorso. Mattarella è stato accolto dagli applausi e dai “grazie” della gente che ha riempito la piazza per riuscire a vederlo. Con lui anche il sindaco Francesco Passerini, il governatore della Lombardia Attilio Fontana e il prefetto Marcello Cardona.

Mattarella – che ha preso parte a un incontro con i sindaci dei comuni della zona rossa del Lodigiano, con il vescovo monsignor Maurizio Malvestiti e con alcuni rappresentanti dei volontari – ha detto: «I morti sono ferite che possiamo ricucire soltanto con un ricordo. Dobbiamo ricordarne volti, nomi e storie di tutti. Uno per uno. Bisogna custodire questa memoria». Poi ha ringraziato chi «si è prodigato per curare e assistere i malati contrastando la pandemia con coraggio e mettendo a rischio la propria vita per senso del dovere».

«In Italia, per primi in Europa e in tutto il mondo occidentale, siamo stati investiti da un fenomeno di inimmaginabile velocità di diffusione – ha dichiarato – un virus sconosciuto anche alla scienza. Chi si è trovato ad affrontarlo, nei diversi ruoli, ha dovuto procedere spesso per tentativi di fronte all’imprevedibilità del comportamento dell’epidemia, non esistendo né farmaci specifici né consolidate valutazioni scientifiche né indicazioni di esperienza, che consentissero previsioni adeguate». E infine: «Voglio dire grazie ai nostri concittadini, in questo momento in cui progettiamo la nostra ripartenza, per l’esempio che hanno dato all’Europa e al mondo».

21 febbraio, giorno per ricordare le vittime del Coronavirus

Il Capo dello Stato ha poi esposto una corona di fiori sulla targa dedicata alle vittime del Coronavirus a Codogno.

Il 21 febbraio è il giorno scelto dal sindaco di Codogno per ricordare le vittime del Coronavirus. «Ci auspichiamo diventi il giorno nazionale» ha detto.

Foto in copertina dall’account Twitter del Quirinale – Video di Alexander Jakhnagiev per Agenzia Vista

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