Rivolta in Serie A femminile: «Metà squadre per finire il campionato? O tutte in campo, o non ci va nessuna»

Le giocatrici del massimo campionato si oppongono alla proposta di concludere la stagione con una formula ridotta, che taglierebbe fuori la metà delle squadre

Scoppia la rivolta delle giocatrici della Serie A, dopo che la Figc ha proposto di concludere il massimo campionato femminile con una formula ridotta di playoff e playout, escludendo così la metà delle 12 squadre impegnate nella stagione. Le giocatrici hanno detto chiaro e tondo: «O scendiamo tutte in campo o non ci scende nessuna», protestando per il trattamento che la Federcalcio ha riservato al loro campionato: «unico torneo dilettantistico ancora non interrotto definitivamente a causa dell’emergenza Coronavirus», come invece accaduto per la serie D maschile e i campionati di Eccellenza. Con la formula proposta dalla Federcalcio, a venir calpestato è «il merito sportivo – dicono le calciatrici – tutte devono essere in grado di lottare per i propri obiettivi, oppure devono tute mettere un punto su questa stagione e preparasi per la prossima, partendo dalle stesse condizioni». Il nodo da sciogliere resta ancora il passaggio per la Serie A femminile al professionismo, progetto che sembrava ripartito con l’ultima legge di Bilancio, ma congelato ancor di più con lo stop forzato per l’emergenza sanitaria che già sta mettendo a dura prova i bilanci delle società: «è ora di garantire le giuste tutele a tutte quante, uno status da professioniste e condizioni reali di professionismo».


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