Usa, spunta il video di un altro afroamericano ucciso dalla polizia dopo un fermo

Il ragazzo di 28 anni è stato freddato con sei colpi di pistola dopo essere stato fermato dalla polizia in autostrada per eccesso di velocità

Due giorni prima che George Floyd morisse dopo essere stato bloccato per oltre otto minuti con un ginocchio al collo da un poliziotto, Maurice Gordon (28 anni) perdeva la vita sulla Garden State Parkway, un’autostrada che attraversa il New Jersey (Usa), a colpi di pistola, sempre per mano di un poliziotto. Il suo video, reso pubblico dalla magistratura e ripreso da vari media negli Stati Uniti, tra cui il New York Times, solleva un interrogativo pesante: perché è stato ucciso se non era armato? Si tratta di un altro “George Floyd”?


Freddato con sei colpi di pistola

Sulla sua morte aleggia il sospetto di razzismo ed eccessiva violenza da parte della polizia. Il ragazzo era stato fermato in autostrada per eccesso di velocità. Da alcune ricostruzioni giornalistiche, si evince che fosse in uno stato mentale alterato. Secondo un suo amico, sentito dalla magistratura, Gordon avrebbe lasciato casa nelle prime ore del mattino, dopo aver dichiarato di aver avuto un’esperienza paranormale. Nelle ore prima della sua morte la polizia lo avrebbe fermato diverse volte, sia per eccesso di velocità, sia perché trovato con l’automobile in panne. Nel video si vede un poliziotto – il Sergente Wetzel – interrogare Gordon mentre è alla guida di una Honda Civic alle 6:26 del mattino. La macchina non riparte e il poliziotto invita Gordon a sedersi nel retro della volante della polizia mentre aspetta l’arrivo di un carro attrezzi. Il ragazzo, che dalle immagine sembra essere in stato confusionale o quantomeno intimorito, approfitta di un momento di distrazione per uscire dalla macchina e fuggire a piedi lungo l’autostrada. Segue uno scontro fisico con il poliziotto che si conclude con sei colpi di pistola e Gordon che cade a terra. È stata aperta un’inchiesta, l’agente è stato sospeso.


Video – Youtube – Nj.com

Foto di copertina: YouTube

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