Razzismo, Salvini su Tiktok contro il “politicamente corretto”: «Ritiriamo anche il Negroni»

Su Facebook fa invece ironia sull’Amaro Montenegro: «Sono tutti impazziti»

Ciccolatini Moretti, icone, sigari. Matteo Salvini usa Tiktok per opporsi a quella che lui definisce «l’idiozia del politicamente corretto». E lo fa in perfetto stile tiktoker: «Benvenuti al festival dell’idiozia e del politicamente corretto», dice l’ex ministro, mentre in sottofondo suona una base musicale dance. «Supermercati che ritirano cioccolatini, i sigari, Gesù e la Madonna scuri». «Aspettiamo che mettano fuori legge: Calimero, il Negroni, il vino nero, il caffè scuro. La canzone “Siamo i vatussi” è da arresto.Tutti a cantare “Vorrei la pelle nera”. Non è anti-razzismo, è idiozia. Tutti fratelli ma senza essere scemi».


Lo sketch arriva dopo la serie di avvenimenti degli ultimi giorni legati alla morte dell’afroamericano George Floyd, dello scorso 25 maggio a Minneapolis, negli USA. Una furia per cui, durante le proteste, sono stati abbattuti monumenti, imbrattati muri e targhe di personaggi considerati “razzisti” dai manifestanti. L’ultimo gesto eclatante ha riguardato l’abbattimento della statua di Cristoforo Colombo a Minneapolis, e prima a Richmond, in Virginia.


Ma non solo: per lo stesso motivo l’emittente Hbo ha rimosso, in modo temporaneo, il film Via col vento dal suo catalogo. Dall’Italia chiedono la rimozione della statua di Indro Montanelli, a Milano. Alcuni prodotti, come i cioccolatini Moretti (citati dal leder della Lega) sono stati ritirati dal mercato.

Da TikTok a Facebook, Salvini pubblica una foto dell’Amaro Montenegro, il celebre digestivo prodotto nella provincia di Bologna, cui è stata modificata l’etichetta: da «Amaro Montenegro» ad «Amaro MonteDiColore». E poi il messaggio: «Tra censure a Via col Vento, ritiro dei cioccolatini Moretti e abbattimento delle statue di quel razzista di Cristoforo Colombo, non mi stupirei se questo fosse il prossimo passo. Sono tutti impazziti. Giù le mani dall’ottimo e italianissimo Amaro Montenegro».

Leggi anche: