Migranti e «invisibili», Aboubakar Soumahoro incontra il premier Conte e lancia gli Stati Popolari

Il sindacalista si era incatenato in mattinata a Villa Pamphilj annunciando lo sciopero della fame. Nel pomeriggio l’incontro con il premier, Catalfo e Gualtieri

«Gli unici simboli che vi chiediamo di portare sono le vostre sofferenze. I vostri sogni, le vostre speranze e quello che vogliamo far vivere ai nostri figli». È con queste parole che Aboubakar Soumahoro, sindacalista Usb e attivista, lancia gli Stati Popolari nelle prossime settimane a Roma: l’alternativa agli Stati Generali in corso nella Capitale, voluti dal premier Giuseppe Conte per affrontare la crisi causata dalla pandemia di Coronavirus ma percepiti come distanti dal popolo e dagli «invisibili».


Il sindacalista li annuncia nel pomeriggio da Villa Pamphilj dove ha incontrato il premier Conte insieme ai ministri Roberto Gualtieri e Nunzia Catalfo. In mattinata si era incatenato proprio qui, annunciando uno sciopero della fame e della sete «finché non saranno ascoltate le richieste degli “invisibili”»: piano per l’emergenza lavoro, riforma della filiera agricola, cancellazione dei decreti sicurezza. «Non siate sordi al dolore degli invisibili. Aprite i palazzi e date delle risposte su tre provvedimenti che chiediamo», chiedeva l’attivista.


L’incontro con Conte

I protagonisti degli Stati Popolari, dice Aboubakar Soumahoro, saranno «i precari, i senzacasa, i lavoratori a cottimo, i giovani, le persone che vivono forme di razializzazione in Italia. Tutto quel mondo che fino ad adesso è stato ignorato».

Il sindacalista si dice soddisfatto del colloquio avuto con il premier e con Catalfo e Gualtieri: «Abbiamo parlato della necessità di riforma della filiera agricola e della possibilità di dare una “patente”, un certificato, al cibo: il premier ha detto che è un’idea bellissima e che già esiste in altri settori», racconta l’attivista ai giornalisti presenti. «È un dovere dei cittadini sapere che quel prodotto non è frutto di capolarato».

La seconda proposta lanciata e portata alla maggioranza «riguarda la questione del lavoro. Il presidente ci ha ricordato che siamo in una fase particolare. Ma il lavoro di cui parliamo noi riguarda questo mondo, fatto di giovani». E allora Conte «ci ha chiesto di mandare proposte articolate di merito». Infine la riforma dei decreti sicurezza. Sul tavolo fin dalla nascita di questo governo, vede le leggi volute da Matteo Salvini ancora pienamente in vigore, immutate. Il premier ha ricordato «è uno dei punti dell’accordo di maggioranza e assicurato che l’esecutivo sta ragionando sulla riforma dei decreti», dica Aboubakar.

In copertina Facebook | Aboubakar Soumahoro.

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