Giulio Regeni, le mancate risposte a quattro anni dall’uccisione del ricercatore in Egitto – Il video

I depistaggi, l’assenza di collaborazione delle autorità egiziane e i legami sempre più stretti tra Egitto e Italia. A quattro anni dalla sua morte, sull’omicidio dello studente italiano ci sono ancora troppe domande

È dicembre 2017 quando i pm italiani consegnano alle autorità egiziane il dossier con il nome dei cinque indagati per l’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso al Cairo nel gennaio del 2016. Tre anni più tardi, quattro dal ritrovamento del corpo dello studente italiano, non si conoscono ancora i colpevoli.


E i rapporti tra Italia ed Egitto sono sempre più stretti. Tanto che l’11 giugno scorso il consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità la vendita di due fregate Fremm al Cairo. Un contratto da 1,2 miliardi a cui si aggiungono gli 870 miliardi di affari che l’Italia ha chiuso con l’Egitto nel 2019 attraverso la vendita di armamenti.


Una storia, quella del ricercatore italiano, che da quattro anni si è persa nei tribunali e procure egiziane, tra depistaggi e insabbiamenti del governo autoritario di Abdel Fattah al-Sisi. Ma ora i parlamentari si aspettano una risposta, quantomeno dal premier Giuseppe Conte, che – giovedì 18 giugno – riferisce alla Commissione d’inchiesta sulla telefonata avuta con il presidente egiziano e gli accordi per la vendita di due navi da guerra.

In questo video Open ripercorre le tappe che dal gennaio 2016 ad oggi hanno caratterizzato la vicenda legata alla morte di Regeni, le indagini, la ricerca della verità di una famiglia, di genitori che si sono sentiti abbandonati dall’Italia.

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