Papa Francesco a sette anni dalla visita a Lampedusa: «La Libia è un inferno: ma ci raccontano la versione distillata»

Nel corso della sua visita nel 2013, il Papa raccolse le storie di diversi migranti sbarcati a Lampedusa dalla Libia. Ma solo quando è tornato in Vaticano ha potuto capire quanto dolore le traduzioni gli avevano evitato

La Libia «è un inferno, un lager e ci danno la versione distillata», tuona papa Francesco durante la Messa per i migranti nel settimo anniversario della sua visita a Lampedusa. «Ma non immaginate l’inferno che si vive lì – aggiunge il pontefice – il lager di detenzione per questa gente che veniva solo con la speranza».


Ricordando quella sua visita quasi a sorpresa sull’isola diventata simbolica porta dell’Europa per i flussi di migranti, papa Francesco ha evocato nell’omelia le tante storie che gli sono state raccontate proprio da chi sull’isola aveva trovato il primo riparo: «Mi raccontavano quanto avevano sofferto per arrivare lì e c’erano degli interpreti», dai quali però il papa sospettava di aver ricevuto molte meno informazioni di quante in realtà gli stessero raccontando.


Tornato a Roma, ha chiesto aiuto a una donna etiope che lavora alla reception in Vaticano e che aveva visto l’incontro: «Quello che il traduttore ti ha detto – spiegava la donna – non è che la quarta parte delle torture e delle sofferenze che hanno vissuto loro». Per questo dice Bergoglio: «Mi hanno dato la versione distillata».

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