Dal G8 al plauso del Vaticano: Papa Francesco scrive a Luca Casarini per l’impegno per i migranti in fuga nel Mediterraneo

«Grazie per tutto quello che fate. Vorrei dirvi che sono a disposizione per dare una mano sempre. Contate su di me», scrive Papa Francesco

Il quotidiano Avvenire ha reso pubblico oggi, 11 aprile 2020, uno scambio epistolare tra il Santo Padre e Luca Casarini, capomissione della ong italiana Mediterranea Saving Humans, impegnata tra l’altro in attività di monitoraggio e ricerca e soccorso sulla rotta migratoria del Mediterraneo Centrale. «Grazie per tutto quello che fate. Vorrei dirvi che sono a disposizione per dare una mano sempre. Contate su di me», scrive Papa Francesco. «Un onore profondo e un regalo straordinario», commenta Alessandra Sciurba, presidente di Mediterranea Saving Humans.


La situazione nel Mediterraneo Centrale

«Un regalo tanto speciale perché arrivato in questi giorni di Pasqua straziati non solo dall’emergenza sanitaria, ma anche da quello che sta accadendo nel Mediterraneo: disperate richieste di aiuto ignorate dai governi di Italia e Malta che scelgono di chiudere i loro porti strumentalizzando la pandemia; centinaia di profughi di guerre – perché il virus non ha purtroppo fermato le guerre e gli altri orrori del mondo – respinti alle bombe e alle torture in Libia, e la nave Alan Kurdi lasciata a vagare con 150 persone soccorse invece di assegnare subito un porto attivando le procedure che consentono di garantire la sicurezza di tutti». L’ong fa riferimento alla decisione del governo che nei giorni scorsi ha firmato un decreto per dichiarare l’Italia un porto non sicuro a causa dell’emergenza Coronavirus. E la Alan Kurdi non è l’unica imbarcazione al largo. «Sono quattro le barche ala deriva nel Mediterraneo centrale, due nell’area Sar maltese». Lo sottolinea l’inviato speciale dell’Unhcr Vincent Cochetel in un tweet. «Gli imperativi umanitari devono prevalere mentre si proteggono le comunità ospiti».


Lo scambio

«In questi giorni terribili penso a che cosa facciamo in mare e che cosa proviamo quando abbiamo il privilegio di poter salvare dalla morte i nostri fratelli e sorelle migranti, mentre il mondo aveva la testa girata dall’altra parte», esordisce Casarini nella sua missiva al pontefice secondo quanto ricostruisce Nello Scavo su Avvenire.

«E guardi adesso cosa è accaduto: la Pandemia costringe tutti oggi a fare i conti con la lotta per la vita, a chiedere aiuto agli altri per salvarsi. Il contagio ha mostrato quanto i confini fatti con i fili spinati, i carri armati, con i lager in Libia, con i campi di concentramento a Lesbo, tutti quei confini eretti contro altri esseri umani, non possano nulla di fronte a un male invisibile e globale», scriveva Casarini al pontefice nella lettera datata 9 aprile. «Grazie per la pietà umana che hai davanti a tanti dolori. Grazie per la tua testimonianza, che a me fa tanto bene», scrive il Papa all’ex leader no global nella sua breve risposta. Casarini ringrazia il Papa per il suo impegno e le sue parole, più volte pronunciate per il dramma dei migranti. «Tutti adesso, come se si trattasse di un segno, sono costretti a stare rinchiusi, fermi, a non poter abbracciare i propri cari, a non poterli nemmeno seppellire, come accade alle famiglie dei migranti che muoiono in mare o nel deserto, o uccisi dai trafficanti», ragiona Luca Casarini. «Oggi tutti, in tutta la Terra e nello stesso momento, hanno la possibilità di sentire e di vedere se vogliono, che cosa era diventato questo mondo fatto di esclusione, di razzismo, di odio degli uni verso gli altri».

Chi è Luca Casarini

Luca Casarini, classe 1967, è una vecchia conoscenza delle cronache italiane, anche se la sua prima vita politica risulterà sconosciuta a chi ha meno di 30 anni. Casarini è stato uno dei leader del movimento no global – prima chiamato Movimento delle Tute bianche, poi i Disobbedienti. Balza agli onori delle cronache per le contestazioni durante i giorni del G8 di Genova, nel 2001. Nel 2014 è stato candidato – ma non eletto – al Parlamento Europeo nella lista L’Altra Europa con Tsipras. Dal 2018 è con Mediterranea: Matteo Salvini chiama la Mare Jonio, l’imbarcazione della ong italiana, la «nave dei centri sociali». L’anno scorso Casarini è stato iscritto nel registro degli indagati per concorso nei reati già contestati al comandante della nave Mare Jonio, cioè favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e mancato rispetto dell’ordine di arrestare l’imbarcazione da parte di una nave da guerra, per il salvataggio del 18 marzo 2019. A gennaio la Procura di Agrigento ha chiesto l’archiviazione per entrambi. «Le indagini stanno proseguendo per accertare abusi e violazioni di legge commessi dalle Autorità», spiegano da Mediterranea.

In copertina ANSA/IGOR PETYX | Luca Casarini durante una conferenza stampa organizzata sulla nave Mare Jonio del progetto “Mediterranea”, in una immagine del 16 ottobre 2018.

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