Dipendenti H&M trasferiti lontano da casa, l’azienda: «Non è vero, salvati tutti i posti di lavoro. Dispiaciuti per la reazione»

Alcuni dipendenti di H&M avevano denunciato pubblicamente di essere stati trasferiti in posti sperduti e lontano da casa. E di essere stati avvisati «solo» su WhatsApp. L’azienda chiarisce la sua posizione

    Il 13 luglio Open ha raccolto la testimonianza di Barbara, una dipendente di H&M trasferita in un’altra sede di lavoro dopo che il suo negozio, quello in corso Buenos Aires a Milano, è stato chiuso. La nota azienda di abbigliamento svedese ha deciso di abbassare le saracinesche di alcuni punti vendita in seguito alla profonda crisi economica causata dal Coronavirus. Trasferimenti giudicati «irricevibili» dai lavoratori, da giorni sul piede di guerra: «Ci hanno avvisati prima su WhatsApp, poi con una raccomandata. Trasferimenti punitivi, molti anche a distanza di 50 km dalla propria residenza. Una danza macabra sulla nostra pelle» hanno raccontato. «Una reazione che ci lascia perplessi. Siamo davvero dispiaciuti, non ne comprendiamo il motivo», è la replica di H&M a Open.


    La denuncia

    La denuncia dei lavoratori di H&M: «Lasciati a casa con una chiamata» – Video di Fabio Giuffrida

    «Chiuderemo sette negozi»

    Secondo H&M, che intanto conferma la chiusura di sette punti vendita in Italia (quello di Bari, invece, al momento resta aperto), le due chiusure di Milano si inseriscono in «un quadro generale di grave difficoltà del settore retail». «Stiamo affrontando una situazione di emergenza, i negozi sono stati chiusi per tre mesi e la clientela è ovviamente calata – chiarisce l’impresa di moda a Open – Nonostante il momento delicato, siamo riusciti a garantire una ricollocazione per tutti i 57 dipendenti (e non 70 perché H&M esclude dal conteggio i lavoratori a chiamata, ndr) dei due punti vendita di Milano al fine di salvaguardare la totalità dei posti». Nessuno verrà licenziato, assicura dunque l’azienda.

    «Ricollocati in negozi in cui non c’era carenza di organico»

    «La maggior parte delle ricollocazioni è avvenuta su Milano, provincia di Milano e Monza Brianza, in aggiunta a quelle in Lombardia e aree limitrofe – spiegano – Le poche ricollocazioni in zone non limitrofe lombarde sono state effettuate a fronte di esigenze espresse da parte dei dipendenti». Trasferimenti punitivi? «Assolutamente no, anzi abbiamo fatto uno sforzo enorme per ricollocare tutte le nostre risorse su Milano. Peraltro abbiamo ricollocato dipendenti in punti vendita in cui, in effetti, non c’è carenza di organico visto l’afflusso inferiore di clientela. Sarebbe stata fantascienza trasferirli tutti nello stesso negozio. Quelli che abbiamo trasferito ad Ancona o Cagliari, invece, è perché ce l’hanno chiesto».

    «Il messaggio su WhatsApp? Un servizio in più»

    Il messaggio WhatsApp inviato da H&M ai lavoratori e pubblicato in esclusiva da Open

    E infine: «Non è vero che abbiamo dato uno scarso preavviso sul trasferimento. Addirittura chi è stato spostato in punti vendita più distanti, avrà a disposizione più di un mese per prepararsi. L’avviso su WhatsApp, invece, è stato un servizio in più offerto dall’azienda che ha comunque mandato la comunicazione subito dopo tramite raccomandata. Infine, durante il lockdown, quando i nostri lavoratori sono stati messi in cassintegrazione, abbiamo sempre erogato tutte le anticipazioni per venire incontro a un’eventuale mancanza di liquidità».

    Foto e video di Open

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