Negli scorsi giorni Belgrado e altre città della Serbia sono state attraversate da una serie di manifestazioni di piazza, spesso trasformate in scontri con la polizia. Una lista di 15 Organizzazioni non governative che lavorano nel Paese hanno presentato all’Onu una denuncia per fare luce sulle violenze della polizia contro i manifestanti. All’origine di tutto il ripristino del lockdown. Martedì 14 luglio il presidente Aleksandar Vučić ha annunciato che a causa dell’aumento dei contagi sono state reintrodotte nuove restrizioni, anche se parziali.
I manifestanti poi accusano il governo di aver truccato i numeri dei casi di giugno, pubblicando numeri inferiori a quelli reali. Visto che gli indici di contagio erano bassi, il governo ha potuto indire le elezioni che hanno visto il partito di Vučić conquistare circa il 60% dei voti e la maggioranza in Parlamento.
La situazione dell’epidemia in Serbia
Oggi, 19 luglio, le proteste persistono e la situazione Covid-19 va peggiorando. Nelle ultime 24 ore si sono registrati 9 decessi e 389 nuovi casi, più di 20mila dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Il picco di contagi ha costretto le autorità serbe a disporre ulteriori misure restrittive in tutto il Paese, tra cui l’obbligo anche per i bambini di indossare la mascherina e il divieto di assembramento di più di dieci persone in luoghi pubblici e all’aperto, inizialmente previsto solo a Belgrado.
Video di copertina: TWITTER | Una delle manifestazioni davanti al Parlamento di Belgrado
Leggi anche:
- A Belgrado migliaia di dosi extra, vaccini gratis anche agli stranieri: basta un cellulare serbo
- Da Verona a Belgrado per il vaccino: «Prenotazione online. Chiamato dopo soli 4 giorni» – L’intervista
- In Serbia è di nuovo emergenza Coronavirus: aumentano i contagi e scoppiano le proteste – L’analisi dell’esperto
- Rivolta dei migranti in un centro di prima accoglienza a Messina: 30 persone in fuga
- Bibi-Bastiglia, la “battaglia di Gerusalemme” davanti alla casa di Netanyahu – Il video