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Ricciardi contro la “movida selvaggia”: «Più controlli nelle zone di villeggiatura, sennò facciamo la fine della Catalogna»

20 Luglio 2020 - 09:09 Redazione
Secondo Ricciardi c'è bisogno di più controlli durante questo periodo estivo: «Se i focolai crescono potrebbe capitare di dover restare intrappolati nei luoghi di villeggiatura»

Walter Ricciardi, consulente del Ministero della Salute, ha commentato la situazione Coronavirus in Italia nel bel mezzo della Fase 3 estiva. «Servono più controlli» contro la movida selvaggia, ha detto in un’intervista a La Stampa. «Ma soprattutto bisogna applicare sul serio le sanzioni. Le multe sono meno dell’1% rispetto al numero delle persone fermate. Così non va».

Se l’attenzione alle norme anti Covid-19 rimarrà bassa, dice Ricciardi, rischiamo «di fare la fine della Catalogna o di Israele». In Spagna, soprattutto nella regione della Catalogna, i casi di Coronavirus sono cresciuti esponenzialmente nelle ultime settimane, tanto da spingere la Generalitat ad adottare rinnovate misure di sicurezza contro gli assembramenti.

«Se i focolai crescono di numero e volume anche in Italia – ha insistito – c’è il rischio di non riuscire più a tenerli sotto controllo. Allora potrebbe capitare di dover creare delle zone rosse anche in luoghi di villeggiatura dove si finirebbe per restare intrappolati».

Sussidi per i lavoratori migranti

Per affrontare il problema dei lavoratori migranti che non rispettano la quarantena perché «se non lavorano non mangiano», Ricciardi ha proposto di istituire «un sussidio di sostentamento». Il problema dei costi non può essere ignorato, ha sottolineato, aggiungendo poi che bisogna attuare maggiori controlli agli sbarchi. «Le persone che arrivano sulle nostre coste vanno messe in quarantena e testate ai primi sintomi».

La lista nera dei Paesi esteri

Secondo Ricciardi, l’Italia non sarà al sicuro dal Coronavirus «fino a che non ne usciranno anche gli altri Paesi». Per questo, la black list dei Paesi a maggior rischio «verrà di volta in volta estesa ai Paesi dove la situazione risultasse fuori controllo». Per quanto riguarda gli USA, Paese attualmente al primo posto per numero di contagi ma che non è incluso nella black list, vanno bloccati gli arrivi solo «dalle zone più epidemiche come quelle del Sud».

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