Zangrillo avverte i colleghi e tiene il punto: «Chi mi dà del negazionista ne risponderà. Il virus scomparso? Mai detto, ma ci si ammala meno»

Il medico torna sulle critiche dopo il convegno “dei negazionisti” e ricorda: «Non ho mai detto che il virus non c’è più»

Il primario di terapia intensiva del San Raffaele di Milano, Alberto Zangrillo, aveva già rifiutato l’etichetta di negazionista dopo il convegno sul Coronavirus organizzato il 27 luglio al Senato. Un rifiuto netto che oggi torna a marcare. «Non ho mai negato l’esistenza del virus», dice il medico a La Repubblica. «Dire che non sta producendo una malattia clinicamente significativa non vuol dire affatto negare l’esistenza del Sars-Cov-2».


Zangrillo ricorda di essere stato sempre in prima linea nella lotta alla malattia: «Sono stato tra i primi ad andare nella zona rossa per aiutare i colleghi di Lodi. Qui al San Raffaele abbiamo dedicato ai pazienti positivi al Covid cinque terapie intensive, dove abbiamo assistito 130 malati gravi. E abbiamo prestato cure anche a 1.300 malati, con sintomatologia medio-grave, ricoverati in altri reparti».


E chi gli da del negazionista Zangrillo dice di affidarsi all’evidenza: «Se colleghi universitari milanesi si permettono di dare del negazionista a chi come me è andato in mezzo ai malati e se ne è preso cura, ne risponderanno». Teorie che rifiutano il Coronavirus sono però ben diffuse e presenti negli Usa: «Io non mi esprimo su Trump, non sta a me farlo. Ricordo però che gli Usa sono un Paese molto diverso dall’Italia». Paese in cui – ricorda Zangrillo – il virus non è scomparso: «Non l’ho mai detto. È la situazione clinica ad essere diversa».

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