Coronavirus, Fais (Iss): «Prolungare lo stato di emergenza è una buffonata. Pericoloso governare con la paura»

«Io non so quanto alcuni esperti siano stati liberi, fino in fondo, di dire tutto quello che pensano, si è voluto prolungare questo periodo perché forse fa comodo a qualcuno. Questa pandemia ha dei risvolti molto oscuri», ha detto il dirigente dell’Iss in un’intervista a Affari Italiani

Stefano Fais è un dirigente dell’Istituto superiore di sanità: svolge ricerche nel dipartimento di Oncologia molecolare e, per otto anni, è stato direttore del reparto Farmaci antitumorali, sempre all’Iss. La sua posizione sulla pandemia da Coronavirus va controcorrente rispetto a quella della maggior parte dei colleghi dello stesso Iss. «La decisione di prolungare l’emergenza non ha motivazioni reali legate al virus, ma è politica», ha ribadito il medico in un’intervista ad Affari italiani, dopo che aveva definito la proroga dello stato di emergenza fino al 15 ottobre, voluta dal governo Conte, «una buffonata».


«Stanno gestendo il Coronavirus con la paura. Ma la paura è una malattia che indebolisce e rende più fragili. Così masse di persone vengono rese facilmente prede proprio dei virus». Fais ha criticato anche l’efficienza dei tamponi diagnostici dell’infezione da Covid: «Potremo discutere anni sulla validità dei test in cui si risulta positivi. Nessuno, neanche del Comitato tecnico scientifico, ha posto dubbi sul test che si chiama tampone. Viene fatto un esame che da una quantità abissale di falsi positivi e di falsi negativi».


«Questa pandemia ha dei risvolti molto oscuri»

Ma è ai politici che il medico dell’Iss riserva le accuse più pesanti. Al punto da dubitare persino della libertà di espressione degli esperti che compongo le task force governative: «Io non so quanto questi esperti siano stati liberi, fino in fondo, di dire tutto quello che pensano – ha affermato, insinuando che -, si è voluto prolungare questo periodo perché forse fa comodo a qualcuno, ma sicuramente ha poco a che fare con la pandemia e con il quadro analitico che vediamo. Questa pandemia ha dei risvolti molto oscuri».

«La gente impaurita ha creduto a quello che dice l’establishment»

«Gli italiani sono un popolo che non si ribella – ha dichiarato Fais -. L’Italia è il Paese degli impiegati pubblici, e io so che significa perché lavoro in un posto pubblico. Prolungando lo smart working continui a pagare chi se ne sta comodamente a casa. Premetto che io, come le persone che lavorano con me, per poter continuare a fare il nostro lavoro, che non poteva essere svolto da casa, sono dovuto andare negli uffici, anche se caldamente invitato a starmene a casa. Ma direi che siamo stati mosche bianche. Hanno accontentato gli statali, li hanno comodamente messi in poltrona raccontando il terrore e la gente impaurita ha creduto a quello che dice l’establishment».

«Si vuole mantenere il terrore»

«Se si vuole pensare alla salute della gente dico, da medico, perché terrorizzarla? – si domanda Fais, che si è detto preoccupato di presunte élite che vogliono prolungare l’emergenza -. Si è creato un livello di confusione che ha come unico scopo quello di creare il terrore. C’è evidentemente qualcosa che non va quando si pubblica il numero di nuovi positivi al Coronavirus – ha detto, concludendo che – si vuole mantenere il terrore. Un livello alto di paura: nessuno ha spiegato, neanche Anthony Fauci, le trappole di questo tipo di approccio che è diventato mondiale e che è servito a seminare il terrore».

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