Beirut, ancora ignota la causa dell’esplosione. Il presidente non esclude interferenze esterne. Il Papa invia 250mila euro di aiuti

Arrestato il direttore del porto, insieme ad altri 16 funzionari. A cipro la polizia sta interrogando il proprietario della nave russa che nel 2013 scaricò il nitrato di ammonio nel porto

Sale il bilancio dei morti dopo l’esplosione avvenuta nella capitale libanese, lo scorso 4 agosto: sono almeno 157 le vittime, 5mila i feriti, 300mila le persone sfollate. Mentre resta ancora da chiarire la dinamica dell’incidente, il presidente Michel Aoun ha annunciato che le autorità stanno investigando anche possibili interferenze esterne come il lancio di “missili” o l’uso di una “bomba”. Intanto a Cipro la polizia sta interrogando il proprietario della nave russa che nel 2013 scaricò il nitrato di ammonio nel porto di Beirut.


Scontri e proteste

La già tesa situazione nel Paese ha esacerbato gli equilibri interni. Nella scorsa notte sono scoppiate proteste nella zona del Parlamento della capitale libanese.


Secondo quanto riporta la Bbc, la polizia ha lanciato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti scesi in strada contro il governo. Almeno 20 dimostranti sarebbero rimasti feriti negli scontri con le forze dell’ordine. Per sabato 8 agosto è prevista una grande manifestazione antigovernativa.

Intanto 16 funzionari del porto sono stati arrestati. Arrestato anche il direttore del porto Hassan Qureitem. Gli inquirenti indagano sul deposito di del nitrato di ammonio che avrebbe causato la tragedia.

Ieri, 6 agosto, il presidente francese Emmanuel Macron è andato sul luogo dell’esplosione dove è stato accolto dalla folla che gli ha chiesto a gran voce di aiutare il popolo a cacciare la classe dirigente al potere. «Aiutaci! Rivoluzione!», urlavano le persone al presidente francese. Macron ha annunciato una conferenza internazionale per sostenere Beirut.

Primo aiuto da Papa Francesco: 250mila euro

Intanto un sostegno arriva anche dalla Città del Vaticano. Papa Francesco ha inviato, tramite il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, un primo aiuto di 250.000 euro «in sostegno alle necessità della Chiesa libanese in questi momenti di difficoltà e di sofferenza», ha riferito la Santa Sede. Il dono di 250mila euro per i primi aiuti, si legge in una nota, «vuole essere un segno della premura di Sua Santità verso la popolazione coinvolta dalla deflagrazione al porto di Beirut» e della sua «vicinanza con quanti si trovano nel dolore e nelle difficoltà più stringenti».

L’aiuto è stato trasmesso tramite la Nunziatura Apostolica a Beirut e servirà per soccorrere le persone colpite dall’esplosione. «A fronte delle urgenti necessità, è stata immediata la risposta di soccorso da parte delle strutture cattoliche, mediante centri di accoglienza per gli sfollati, unitamente all’azione di Caritas Libano, Caritas Internationalis e varie Caritas sorelle».

Immagine copertina: EPA/NABIL MOUNZER

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