Trump e la guerra ai social cinesi (e a Microsoft): firmato il decreto con cui obbliga la vendita di Tiktok (che minaccia azioni legali)

L’app, che negli Stati Uniti conta 100 milioni di utenti attivi, dovrebbe essere acquisita in futuro da Microsoft. Mentre l’attacco tecnologico alla Cina continua, i mercati asiatici reagiscono male alla decisione del presidente

Quarantacinque giorni di tempo e chiunque posto sotto la giurisdizione statunitense continuerà ad avere rapporti economici con TikTok sarà soggetto a sanzioni. È il risultato dell’ordine esecutivo firmato da Donald Trump con cui il presidente Usa obbliga la società cinese ByteDance a vendere le attività statunitensi di TikTok. «La diffusione continua a minacciare la sicurezza nazionale, la politica estera e l’economia degli Stati Uniti», si legge nelle motivazioni del decreto.


L’app di video, che nel Paese conta 100 milioni di utenti attivi, viene nominata nel testo insieme a WeChat, una popolare applicazione di messaggistica di proprietà cinese, avente una piccola base anche negli Stati Uniti, con 3 milioni di utenti attivi. Anche in questo caso il motivo è la sicurezza nazionale. La mossa della Casa Bianca arriva dopo settimane di tensioni e di accuse nei confronti di Tik Tok che, dopo il termine di tempo indicato dall’ordine esecutivo, dovrebbe essere acquisita da Microsoft e da un gruppo di società finanziarie americane e giapponesi.


Da TikTok e Pechino risposte dure

Tiktok non resta in silenzio e dopo la notizia della firma del presidente che la banna definitivamente dagli Stati Uniti, minaccia una vera e propria azione legale contro l’ordine sottoscritto dal capo della Casa Bianca. Intanto anche da Pechino arrivano le prime reazioni. «Atto di manipolazione e repressione», sono state le prime parole del governo, che condanna così in modo ufficiale la decisione di Trump. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wengbin ha accusato la Casa Bianca di «porre i propri interessi egoistici al di sopra dei principi di mercato e delle regole internazionali», sottolineando come, riguardo alle accuse di spionaggio, non ci sia «alcuna prova che gli Stati Uniti stiano dicendo il vero».

La Borsa reagisce

Una scelta presa «in difesa della sicurezza del Paese» che continua nel profondo attacco tecnologico alla Cina da parte degli Stati Uniti. I mercati asiatici stanno reagendo alla scelta del Tycoon causando perdite importanti ad alcune delle più importanti aziende tecnologiche. La Tencent Holdings Ltd, madre di WeChat, ha subìto un calo immediato del 10%.

A seguire anche Alibaba Group Holding Ltd e Taiwan Semiconductor Manufacturing (TSM), tra le aziende più in perdita delle ultime ore. «Non sappiamo dove potrebbero finire i titoli negativi», ha detto Hao Hong, capo stratega di Bocom International Holdings a Bloomberg. «Oggi potrebbero essere i social media, domani qualche altra azienda. Più in là potrebbe essere la volta delle banche».

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