Coronavirus, l’italiana braccio destro di Fauci: «Il vaccino Usa è in produzione, ma arriverà nel 2021»

«Sei aziende hanno iniziato a produrre le dosi ma ci vorrà tempo», dice Cassetti, vice direttrice della Division of Microbiology and Infectious Diseases. «La Russia? Servono più test per garantire efficacia e sicurezza»

Il vaccino statunitense contro il Coronavirus non sarà disponibile prima del 2021. A dirlo – in un’intervista al Corriere della Sera – è Cristina Cassetti, vice direttrice della Division of Microbiology and Infectious Diseases che fa capo al Niaid, l’istituto di ricerca sulle allergie e le malattie infettive guidato da Anthony Fauci.


Obiettivo 30 mila volontari

«Stiamo seguendo lo sviluppo di sette progetti», dice Cassetti. «Quelli delle aziende Moderna e Pfizer sono appena entrate nella Fase 3 della sperimentazione, cominciando a reclutare volontari. L’obiettivo è arrivare a circa 30 mila. Ci vorrà un po’ di tempo. Diciamo da qui alla fine di settembre, almeno». Sei aziende su sette hanno già iniziato a produrre le dosi, «ma c’è un passaggio importante da tenere presente. I test avranno senso quando saranno condotti su un certo numero di positivi. Altrimenti non sarà possibile verificare l’efficacia del vaccino».


Lo scetticismo sul vaccino russo

Il vaccino dovrebbe essere disponibile su ampia scala, ma – spiega Cassetti – difficilmente arriverà sul mercato prima del gennaio 2021. Da Mosca, Vladimir Putin garantisce che la Russia sarà in grado di fare prima, col le prime dosi disponibili già a ottobre 2020. Cassetti, però, invita alla calma, come gran parte della comunità scientifica: «I dati non sono stati pubblicati. Ho visto che hanno testato il vaccino su 76 persone. Mi sembra un numero troppo limitato per poter essere certi che sarà efficace e che si possano escludere effetti collaterali».

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