Coronavirus, nuovo attacco dell’intelligence Usa: funzionari di Wuhan hanno nascosto l’origine della pandemia. In Brasile quasi 50 mila contagi

Sono 22,3 milioni i contagi nel mondo di Coronavirus secondo i dati della Johns Hopkins University. 786 mila le vittime a livello globale. Gli Stati Uniti restano il Paese più colpito con 5,5 milioni di casi e 173 mila morti, seguiti dal Brasile con 111 mila decessi e il Messico con 58 mila

Usa

ANSA/ROMAN PILIPEY | Il presidente cinese Xi Jinping

Nuovo attacco dalla Casa Bianca contro la Cina, accusata da un rapporto dell’intelligence Usa di aver tenuto nascosta la pandemia di Coronavirus nella fase iniziale, permettendo così al virus di diffondersi nel mondo. Il New York Times riporta che l’intelligence americana ha scoperto che funzionari della città di Wuhan della provincia dell’Hubei, epicentro della pandemia a gennaio 2020, hanno nascosto le informazioni sulla diffusione del Coronavirus ai vertici di Pechino.


Sull’opacità del sistema di informazione interno cinese erano stati già sollevati a giugno da diversi rapporti della Cia e inchieste giornalistiche, alimentando l’ipotesi che il presidente Xi Jinping fosse a conoscenza dell’andamento epidemiologico in Cina a gennaio. Ma essere decisivo nel ritardo con cui sono emerse le informazioni a livello globale avrebbero quindi contribuito i funzionari locali dell’Hubei.


Brasile

EPA/Sebastiao Moreira | Operatori sanitari effettuano i test sierologici a San Paolo, in Brasile

Sono 1.212 i decessi registrati in Brasile nelle ultime 24 ore, mentre i contagi sono saliti ancora di 49.298, come ha riportato il Consiglio nazionale dei segretari della Sanità brasiliano. In totale nel Paese i contagi sono saliti a 3,4 milioni, i decessi invece hanno raggiunto quota 111.100. È la prima volta da aprile, comunque, che in Brasile viene registrato un primo rallentamento della velocità di contagio. Secondo i dati dell’Imperial College di Londra, il tasso di contagio (Rt) dalla scorsa domenica è stato di 0,98, quello di letalità del 3,2%, mentre quello di mortalità è pari a 52,9 persone ogni 100 mila abitanti.

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