Bassetti sulle mascherine a scuola: «Ipocrita imporre la mascherina ai bambini per 8 ore» – Video

«Solo un ipocrita può dire che a un bambino di 6 anni puoi far mettere la mascherina per 6 o 8 ore», ha detto l’infettivologo ospite della trasmissione Agorà

«Bisognerebbe valutare con attenzione i rischi di portarla (la mascherina ndr) 8 ore al giorno, spiegare che i distanziamenti sono ancora più importanti, cercare di ridurre la composizione delle classi e vedere che cosa hanno fatto gli altri Paesi. In Europa molti sono già tornati a lezione».


Così il professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, si è espresso durante un’intervista a La Verità sull’obbligo delle mascherine per gli studenti, in vista dell’apertura dell’anno scolastico in presenza. Concetto rimarcato nel corso di un intervento alla trasmissione Agorà: «Solo un ipocrita può dire che a un bambino di sei anni puoi far mettere la mascherina per sei o otto ore. Impossibile».


«Troppo allarmismo»

Bassetti è poi tornato con La Verità a parlare del clima di allarmismo che, a suo dire, genererà molti problemi alla tenuta del Sistema sanitario nazionale con l’arrivo dei mesi freddi: «Dal 20 febbraio giornali e tv non hanno smesso un giorno di parlare del virus, e va bene. Però negli ultimi due mesi nei quali il Coronavirus ha allentato la presa sugli ospedali, avremmo dovuto cercare di fare una comunicazione corretta per prepararci all’autunno».

L’infettivologo ha poi osservato, riprendendo concetti già espressi alcune settimane fa, come «con questo clima terroristico, il primo che avrà un colpo di tosse, o 37,2 di temperatura, o avrà sentito che nella casa a fianco c’è un malato di Coronavirus, correrà in ospedale a farsi vedere credendo di avere una malattia mortale».

«L’infezione oggi morde meno»

«Questa infezione – ha proseguito – a marzo e aprile ha fatto molto male, però oggi morde meno. I numeri dei contagiati crescono ma gli ospedali hanno pochissimi ricoveri in proporzione ai mesi scorsi». Bassetti ha poi rimarcato la differenza tra positivi al tampone e malati: «Da infettivologo dico che un conto è il soggetto malato che presenta sintomi compatibili con il Sars-cov-2, un altro è il soggetto positivo privo di sintomi che quindi è un portatore sano».

Per Bassetti dunque «i positivi asintomatici vanno isolati a domicilio e tenuti in quarantena, ma non sono malati da ricoverare». Stesso discorso per quanto riguarda la prescrizione dei farmaci: «I positivi non hanno bisogno di farmaci, mentre i medici di base o che non hanno competenze specifiche tendono a prescrivere antibiotici o cortisone».

In attesa di un vaccino, che per Bassetti non arriverà prima della primavera, il professore ha raccomandato «di fare il vaccino antinfluenzale e antipneumococcico». Al posto dell’obbligatorietà però sarebbe meglio l’informazione: «Meglio sarebbe informare la popolazione sull’importanza dei vaccini in generale – ha detto Bassetti-. Contro l’influenza si vaccina un italiano su cinque, e appena il 50-55% di coloro cui la vaccinazione è offerta gratuitamente. Nel personale sanitario quando va bene si arriva al 20%».

In conclusione Bassetti ha poi preso le difese dei giovani: «Nelle ultime settimane c’è stato un atteggiamento esageratamente oppressivo nei confronti dei giovani, ma mi sembra che il maggior numero di contagi riguardi persone giunte dall’estero, non tanto la movida. Era ai confini che bisognava porre attenzione fin da giugno, soprattutto per chi arrivava dall’area balcanica».

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