Scuola, Miozzo (Cts): «Con la riapertura aumenteranno i contagi. Avrei reso obbligatori test ai docenti»

Il coordinatore del Comitato tecnico scientifico: «Non c’è nulla di granitico sulle mascherine. Tra due settimane vedremo come sarà l’andamento dell’epidemia e, se necessario, prenderemo nuove precauzioni»

Continuano a far discutere le linee guida per la riapertura delle scuole, con il costante confronto tra Stato e Regioni. Principale nodo da sciogliere quello dei trasporti. Un’indicazione è arrivata intanto dal professor Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico (Cts), nel corso della sua audizione alla Camera dei deputati in merito alle prospettive per la ripresa delle attività scolastiche a settembre: «Se si vuole riempire lo scuolabus deve essere ben predisposto un tempo al massimo di 15 minuti per il contatto stretto: il percorso dei ragazzi sullo scuolabus alla massima capienza deve essere inferiore al quarto d’ora».


Sul quadro generale della pandemia Miozzo ha osservato come «i dati di questi giorni erano attesi, conoscevamo e sappiamo qual è il trend. Paghiamo alcune libertà che qualcuno si è preso, contraddicendo indicazioni ormai universali nella lotta a Coronavirus».


«Guardiamo con attenzione al trend, sapendo che è sotto controllo, anche se i numeri sono in ascesa – ha detto Miozzo -. Ma il sistema sanitario territoriale, nel complesso, è in grado di monitorare e controllare». «Per noi è importante mantenere l’indice Rt a un livello compatibile. Tanto più importante se parliamo di scuola. Il momento scuola, creando aggregazione di milioni di giovani e insegnanti, potrebbe produrre un lieve incremento dell’indice di trasmissione». «L’obiettivo – ha proseguito il professore – è aiutare il sistema scolastico a riaprire in sicurezza, ma soprattutto a rimanere aperto. Sono due cose diverse».

«Ci sono rischi, ma riapertura è necessità assoluta»

C’è una grande «incertezza della comunicazione scientifica – ha osservato Miozzo -, non ci sono certezze, non c’è uniformità non solo in Europa ma in tutto il mondo: non c’è un Paese che faccia quello che fa il Paese limitrofo. Questo genera problemi: siamo chiamati a dare indicazioni, ed è frustrante sapere che noi stessi non siamo in grado di dare certezze granitiche a chi deve pianificare».

Il professore è poi tornato sulla riapertura delle scuole precisando: «Tutti si rendono conto che ci sono rischi, ma sono valutati sul piatto di bilancia, nella necessità assoluta di riaprire la scuola». «Distanziamento, uso mascherine, igiene, rimangono fondamentali – ha riaffermato Miozzo – come prevede anche la comunità scientifica». «Noi abbiamo adottato il parametro del metro e su quello abbiamo dato l’impostazione su tutto».

Mascherine a scuola

«La società italiana di pediatria dichiara che non esiste un problema nel vestire la mascherina neppure per i più piccoli a meno che non abbiamo patologie o difficoltà di vario genere», ha precisato il professore, osservando come «la mascherina non è dannosa, non crea danni. Abbiamo fatto distinzioni per fasce di età». Da 0 a 6 anni non c’è necessità di portare la mascherina. Gli educatori della scuola dell’infanzia devono invece portarla.

«Stiamo analizzando alcune mascherine proposte da comunità di non udenti, stiamo valutando la compatibilità per gli operatori. Se questa mascherina, che ha la parte anteriore trasparente, sarà compatibile si potrà usare», ha detto Miozzo. Il Cts, ha spiegato il professore, suggerisce che i bambini sopra i 6 anni da casa a scuola, per esempio sui mezzi pubblici o sugli scuolabus, indossino la mascherina. Idem entrando negli istituti. In classe, seduti, se c’è la distanza possono toglierla. La mascherina inoltre va indossata quando si muovono e deve essere tolta nel momento del pranzo e quando fanno attività sportiva. Dalle medie in poi c’è obbligo di indossare la mascherina se non c’è adeguato distanziamento. Altrimenti si può togliere.

Capienza scuolabus

Fondamentale poi il tema dei trasporti: «Se si vuole riempire lo scuolabus deve essere ben predisposto un tempo al massimo di 15 minuti per il contatto stretto: il percorso dei ragazzi sullo scuolabus alla massima capienza deve essere inferiore al quarto d’ora», ha spiegato Miozzo. «Sul trasporto pubblico locale abbiamo dato alcune indicazioni che stiamo formalizzando: necessità di aumentare il numero corse, riorganizzazione degli orari di ingressi e uscite per dilazionare gli orari di punta, disinfettanti a bordo dei mezzi di trasporto, sollecitazione all’uso della app Immuni».

«Mai ceduto a pressioni politiche»

Rispondendo alle domande dei deputati della Commissione Istruzione della Camera, il professor Miozzo ha sottolineato di non aver «mai portato dati fasulli o bufale». «Ho portato i dati e le validazioni della comunità scientifica internazionale. Alcune affermazioni le ritengo una offesa al lavoro di 26 esperti», ha detto. «Non abbiamo mai ceduto a pressioni politiche – ha chiarito il professore -, mai ci sono state forzature dal governo o dai singoli ministri per imporci una lettura diversa da quella che la scienza impone di dare». «Ho due nipoti e 3 figli – ha proseguito – e vivo con sofferenza quanto sta avvenendo, so cosa significa per i piccoli vivere questo problema, vivo nel mondo reale». 

«Avrei reso obbligatori test ai docenti»

«Io avei reso obbligatori i test sierologici ai docenti – ha proseguito il coordinatore del Cts -, questo in virtù della certezza propria e di chi sta attorno, per un senso di responsabilità. È una procedura invasiva che deve avere un percorso normativo, ma siete voi i rappresentanti del Parlamento». «Nel corso dell’anno scolastico – ha proseguito Miozzo – abbiamo immaginato ci siano dei cluster, dei campioni sia per docenti che per gli studenti. È una raccomandazione che il comitato ha già immaginato di poter dare e sostenere».

Misurazione della temperatura e termoscanner

Altro tema di confronto è quello che riguarda l’uso dei termoscanner per monitorare la temperatura degli studenti. «Un termoscanner comporta un investimento importante – ha detto Miozzo -, ma a parte questo ci vuole qualcuno che lo sappia usare, che intervenga in caso di febbre, non ci può essere chiunque dietro allo strumento».

«I termoscanner – ha proseguito – sono apparecchi in cui bisogna arrivare e fermarsi per alcuni secondi: questo comporta dei tempi e delle code; ci vogliono 83 secondi per la valutazione di tanti bambini e ragazzi. Alcune scuole hanno un solo ingresso che verrebbe bloccato». Per il professore si tratta quindi di «un problema pratico, non siamo contrari alla valutazione della temperatura ma ci sono problemi tecnici che rendono difficile effettuarla a scuola, c’è una ipotesi aggregazione che creerebbe complicazioni».

E sulla sanità scolastica Miozzo ha evidenziato come «il medico scolastico serve, perché è necessaria una continuità sanitaria dentro la scuola, oggi più che mai: che sia un medico scolastico, un medico di famiglia, un infermiere specializzato: serve una presenza».

«Pronti a nuove precauzioni»

Non c’è «nulla di granitico» sulle mascherine, ha spiegato il professor Miozzo, rimandando agli sviluppi futuri. «Tra due settimane vedremo come è l’andamento dell’epidemia: se schizza verso l’alto molto probabilmente altre precauzioni dovranno essere prese ma siamo convinti questo non succederà; ci saranno se necessari dei lockdown locali, quello totale è memoria del passato, non dovremo più immaginarlo». Il Cts inoltre sta valutando l’utilizzo di mascherine trasparenti per i docenti, per vedere «se compatibili con il lavoro», senza che ci siano margini di rischio. Miozzo ha ricordato che la struttura del Commissario Arcuri fornirà 10 milioni di mascherine alle scuole.

Miozzo denuncia migliaia di minacce e insulti

«Sto ricevendo migliaia di email di minaccia, di insulti e provocazioni, prendo atto e faccio finta di non riceverle», ha comunicato in audizione il coordinatore del Comitato tecnico scientifico. «A tutti i professionisti della scuola, docenti e non, viene data la mascherina – ha chiarito Miozzo -. Tutti gli studenti che fanno lavori nei laboratori avranno mascherine chirurgiche, come avranno le mascherine tutti coloro che appartengono a famiglie indigenti. In tutti i casi le indicazioni sono che si indossi almeno la mascherina di comunità, va bene anche la mascherina con Batman, se riduce l’ansia». Rispondendo infine ad alcune critiche, il professore ha osservato come «non è vero che siamo stati i peggiori, è vero che qualcuno all’estero ha aperto in modo imprudente».

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