Coronavirus, un dossier della Regione Lazio accusa la Sardegna: «Errori nella prevenzione e nel tracciamento»

Le due Regioni sempre più ai ferri corti. Il governatore sardo Solinas: «Accuse ridicole»

Alle polemiche e all’inchiesta aperta dalla Procura di Tempio Pausania sul rispetto delle regole per il contenimento della pandemia da Coronavirus nei club della Sardegna, si aggiunge adesso una iniziativa della Regione Lazio, secondo quanto riportato da Il Messaggero. Si tratta di un dossier, da inviare al ministero della Salute, contenente errori e mancanze della Sardegna, dalla quale sono rientrati nel Lazio ben 632 casi positivi. Il Lazio accusa come l’operazione di prevenzione e tracciamento della Sardegna abbia avuto delle lacune, ad esempio quella di non inviare alcuna notifica di positivi laziali diagnosticati nell’Isola. La Regione Lazio punterebbe a capire come mai, quando in Sardegna sono stati rilevati turisti positivi provenienti da Roma, non ci siano state notifiche così da iniziare l’operazione di tracciamento. Nei giorni scorsi è saltato l’accordo tra le due Regioni sui tamponi rapidi da effettuare sia in Lazio sia in Sardegna al momento della partenza dei traghetti. La Sardegna chiedeva che l’intesa sui tamponi e il trattamento dei casi positivi fosse vincolante per tutte le Regioni e non solo per il Lazio. Da lunedì, intanto, al Porto di Civitavecchia verranno effettuati tamponi rapidi agli arrivi e alle partenze.


Solinas: «Accuse ridicole»

Il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, ha risposto per le rime a chi lo ha accusato di non aver impedito assembramenti in discoteche e spiagge: «È un’accusa ridicola – ha detto in una intervista a Il Tempo -. Pensi alla Riviera romagnola o alla Versilia: ci sono più discoteche e decisamente più affollate. Possibile che lì gli assembramenti non fossero contagiosi? Il problema è la Sardegna, con molti meno locali, tutti all’aperto, ai quali ho imposto una riduzione degli avventori del 30% e norme rigide sul distanziamento?». Una stoccata poi anche all’assessore alla Sanità del Lazio D’Amato: «Parla di tantissimi casi collegati direttamente alla Sardegna, ma dubito che sia così. È il classico tentativo di farci passare per il problema, per gli untori: allora vogliamo parlare degli aperitivi in piazza? È chiaro che si tratta di una forzatura mediatica».


Sotto la lente non solo il Billionaire

Non c’è solo il Billionaire, locale di Flavio Briatore (l’imprenditore è stato dimesso oggi) dove si sono registrati oltre 60 contagi tra i dipendenti, ad attirare l’attenzione dei magistrati. Accertamenti sono in corso lungo tutta la Costa Smeralda: al Controvento di Porto Cervo, al Country club di Porto Rotondo e al Phi Beach di Baja Sardinia, dove si è riscontrato un focolaio con 21 dipendenti positivi. Intanto la situazione epidemiologica rimane seria. Un 27enne dipendente della discoteca Luna Club, a San Teodoro, in Provincia di Sassari, positivo al Coronavirus è peggiorato e adesso si trova in gravi condizioni.

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