Perché Elena Cattaneo vuole ridurre i limiti alla sperimentazione animale su droghe e xenotrapianti

L’emendamento presentato alle Camere ci salverebbe da una procedura di infrazione, garantendo la nostra Ricerca

Lo scorso luglio, il Ministro della Salute ha fatto pervenire al Parlamento un report sulla sperimentazione animale per le sostanze da abuso, secondo quanto previsto dal Decreto mille proroghe. L’intento del legislatore era quello di acquisire un parere scientifico, autorevole e imparziale, sull’eventuale entrata in vigore dal primo gennaio 2021 del divieto alla sperimentazione animale in ambito di sostanze da abuso. 


L’Agenzia di stampa Public Policy ha potuto prendere visione della relazione finale del Ministero della Salute in cui si prende atto di quanto già condiviso dall’intera comunità scientifica internazionale: l’imprescindibilità della Sperimentazione animale e la mancanza di metodi alternativi che possano davvero sostituire il modello animale “in vivo” e garantire la sicurezza dei pazienti durante le fasi della successiva sperimentazione clinica.


«[Nel] campo della ricerca per i metodi non animali – spiega l’Agenzia – o human-based nell’ambito delle sostanze d’abuso è ancora in fase di sviluppo… pensare di sostituire in toto il modello animale con quello non animale… sarebbe non solo utopistico ma, al momento, anche non scientificamente valido». 

L’emergenza sanitaria dovuta al nuovo Coronavirus ha fatto emergere più che mai questa realtà, nel pieno della corsa al vaccino e a terapie efficaci anti-Covid-19. Oltre a questo, se i divieti entrassero in vigore incorreremmo nelle sanzioni dell’Unione europea.

Infatti, nel 2014 l’Italia ha recepito la normativa Europea in tema di sperimentazione animale, aggiungendovi però alcune limitazioni eccedenti, tra cui quelle sulla ricerca nel campo delle sostanze da abuso, che mettono a rischio la Salute pubblica e l’integrità̀ della Ricerca.

Anche su questo punto la relazione del Ministero della Salute non può essere equivocata:

«Se, dunque, entrasse in vigore il divieto alla sperimentazione animale nell’ambito delle sostanze d’abuso “assisteremo – si legge nelle conclusioni – a una limitazione sul territorio italiano dello studio e della ricerca […] oltre a dover rispondere all’Ue per l’inevitabile prosieguo della procedura di infrazione”».

In piena coerenza con le conclusioni del Ministero e della comunità scientifica, si colloca l’emendamento al decreto “semplificazione” proposto dalla professoressa e senatrice a vita Elena Cattaneo, che propone la rimozione di questi divieti alla ricerca in tema di sostanze d’abuso.

L’emendamento propone anche di superare ulteriori limitazioni e vincoli ideologici, che restringono la capacità di ricerca degli scienziati italiani rispetto ai loro colleghi europei. 

La LAV, con tanto di argomenti contro la Senatrice Cattaneo, sostiene invece in un recente articolo, che si tratterebbe di una manovra la quale potrebbe negare reali prospettive ai giovani, minando la competitività della Ricerca, privata di non meglio specificati metodi alternativi, ribadendo la presunta inutilità della Sperimentazione animale.

«La senatrice a vita – spiega LAV – (che da anni impropriamente assume un ruolo proattivo in Parlamento, nonostante la tradizione del ruolo di questo importante riconoscimento del Presidente della Repubblica)».

La multa più salata: una Ricerca limitata rispetto agli altri Paesi

Altre limitazioni presenti solo in Italia ci hanno posto in procedura di infrazione. Per esempio, vietando l’allevamento, ma non l’impiego, dei macachi, cani e gatti per la ricerca. Siamo così costretti a importarli dall’estero, infliggendo inutili sofferenze e lunghi trasporti per questi animali; eppure tale divieto verrebbe presentato tutt’oggi come un successo della LAV, come ci aveva spiegato in una precedente intervista la veterinaria e debunker Giulia Corsini

Conformemente alle direttive europee, secondo quanto emerso nella letteratura scientifica, è possibile seguire il cosiddetto «principio delle 3R» (Refinement, replacement, reduction), in modo da far ricorso alla Sperimentazione animale solo in mancanza di comprovati metodi alternativi; uniti alla assoluta indispensabilità e al  minor uso possibile degli animali.

Ricordiamo che esistono già commissioni etiche destinate a tutelare il benessere degli animali impiegati a scopi scientifici in ogni Ateneo o Ente di ricerca, e che ogni proposta di ricerca è valutata da organismi indipendenti, come l’Istituto o il Consiglio Superiore di Sanità, rispetto alla loro innovatività, ricaduta sulle persone, e l’impossibilità di ricorrere a metodi alternativi.

Allora non sarebbe meglio risparmiare i soldi spesi per eventuali multe da parte dell’Ue, destinandoli per finanziare i nostri progetti di ricerca, trattenendo così in Italia tanti giovani promettenti?

Gli esperimenti su droghe e xenotrapianti sono inutili?

In perfetta contraddizione con le valutazioni della comunità scientifica internazionale e del Ministero della Salute, la LAV sostiene che «la senatrice a vita Elena Cattaneo ha presentato un pericolosissimo emendamento che cancellerebbe, se approvato, il percorso di abbandono degli inutili e dannosi esperimenti su animaliper testare gli effetti di alcol, droghe e tabacco, e quelli sugli xenotrapianti».

Nell’articolo non viene meglio specificato per quale motivo fare ricerca sulle sostanze da abuso sarebbe inutile, senza chiudersi in leggi proibizioniste, che potrebbero dar luogo ad altri problemi, per esempio legati all’attività delle organizzazioni criminali. È certamente una questione di punti di vista. Ma che dire allora degli xenotrapianti?

Secondo l’Osservatorio terapie avanzate nel 2018 oltre ottomila italiani erano in attesa di un trapianto. Nel 2019 si contavano 113.346 pazienti negli Stati Uniti. La possibilità di coltivare degli organi ottenuti col genoma del paziente (quindi a prova di rigetto) nel corpo di animali, come per esempio i maiali, ha sicuramente implicazioni bioetiche, le quali vengono dibattute nella Comunità scientifica; in ragione anche degli evidenti vantaggi per la Salute pubblica. 

Si tratta anche di una nuova frontiera della ricerca, in grado di dare lavoro a tanti giovani meritevoli. Comunque la si pensi, bollare gli studi su droghe e xenotrapianti come inutili ci sembra una semplificazione eccessiva.

La Scienza progredisce col merito, non con l’assistenzialismo

Segue un appello della LAV a prendere in considerazione il fondo previsto per le ricerche dove non viene eseguita la Sperimentazione animale, permettendo di «dare lavoro a tanti giovani. La questione però non è così semplice, specialmente se parliamo di ricerche volte a migliorare la Sanità pubblica».

«Perché, a proposito di incentivi alla ricerca, la senatrice Cattaneo non si batte per la spendibilità del fondo di sei milioni di euro previsto per i metodi alternativi di sperimentazione agli animali? – continua LAV – Un fondo che favorirebbe la creazione di posti di lavoro, garantendo reali prospettive per i giovani ricercatori che devono competere con il contesto internazionale».

Ogni euro di finanziamento pubblico dovrebbe essere assegnato in base a valutazioni indipendenti, in una libera competizione tra i progetti e le idee migliori per avanzare conoscenze e cure, senza creare nicchie di privilegio, con fondi destinati a priori a chi segue alcuni metodi e non altri.

Sono parecchi però gli ambiti della ricerca dove non esistono proprio alternative alla Sperimentazione animale. Per le stesse ragioni per cui oggi si classificano con cura le diverse fasi di test sui vaccini anti-Covid.

Un nuovo farmaco o terapia deve dimostrare efficacia e sicurezza, quindi sarebbe folle somministrarlo solo perché nelle piastrine da laboratorio sembra funzionare. Del resto già il passaggio dagli esperimenti in vitro a quelli sugli animali screma molte soluzioni altrimenti ritenute sicure e/o efficaci. 

Dopo abbiamo le tre fasi di sperimentazione clinica, dove si procede cautamente da gruppi ristretti di volontari nella prima fase, arrivando a campioni sempre più ampi. In questo modo la ricerca procede per gradi, minimizzando i rischi per la salute, e facendo competere i team di ricerca sulla base dei risultati reali, non dell’assistenzialismo finalizzato a sistemare i giovani

Questo è bene precisarlo, anche in risposta a quanto viene riportato alla fine del testo a proposito di presunte «procedure letali per gli animali, senza alcun risultato utile per l’uomo».

Sperimentazione animale e meritocrazia

Fa specie che proprio l’esperienza dei ricercatori del progetto LightUp sia emblematica di questo processo meritocratico, ostacolato proprio dalla LAV e minacciato – anche fisicamente – da altre frange di animalisti estremisti. Per saperne di più potete leggere la nostra intervista al professor Marco Tamietto, responsabile del progetto assieme al collega Luca Bonini. Tutt’oggi i due ricercatori vivono sotto scorta a seguito di minacce da parte degli ecoterroristi.

Se vogliamo una ricerca meritocratica che premi le eccellenze, togliere la Sperimentazione animale significherebbe troncarne sul nascere la competitività. E a lungo andare i giovani promettenti fuggiranno all’estero, a beneficio della Sanità e dell’economia degli altri.

Segnaliamo in conclusione che narrazioni simili le abbiamo trovate anche quando altri hanno sollevato lo spauracchio dei «vaccini OGM», lamentandosi dell’allentamento di altre restrizioni da parte dell’Ue, perché avrebbero limitato una ricerca efficace e sicura per tutti.

Foto di copertina: ANSA/ CLAUDIO ONORATI | La professoressa e senatrice a vita Elena Cattaneo. Immagine di repertorio.

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