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Riprende il progetto LightUP, ma la disinformazione animalista continua a ispirare i media

15 Giugno 2020 - 22:53 Juanne Pili
Perché la scienza non riesce a fare lobbying come i suoi detrattori? Il caso del progetto LightUp

All’inizio di giugno, dopo un lungo calvario mediatico e burocratico, il TAR del Lazio ha respinto le richieste di annullamento del progetto LightUp da parte della Lav (Lega antivivisezione). Si tratta di una ricerca condotta sui macachi al fine di studiare delle lesioni cerebrali che nell’uomo causano forme di cecità invalidanti. I responsabili, Marco Tamietto e Luca Bonini, avevano ottenuto i finanziamenti e l’autorizzazione da parte delle più importanti istituzioni competenti a livello europeo.

Nonostante questo, LightUp e i suoi ricercatori sono stati oggetto di polemiche, per lo più infondate, da parte dei movimenti animalisti che portano avanti le tesi contro la Sperimentazione animale. In particolare gli animalisti, tra cui anche la Lav, sostengono che i macachi utilizzati nelle sperimentazioni verrebbero resi ciechi attraverso metodi sperimentali non necessari.

Gli attacchi in Rete e le minacce fisiche

A seguito di queste e altre informazioni fallaci o distorte, diverse frange animaliste hanno fatto oggetto Tamietto e Bonini di violenti attacchi in rete, con tanto di minacce fisiche, culminate con l’invio di proiettili per posta. Per quanto la Lav prenda ufficialmente le distanze da questi gesti, erano emersi alcuni indizi di una presunta fuga di dati dal ministero della Salute, a seguito di una richiesta di accesso agli atti da parte dell’Organizzazione animalista. 

Ma il progetto LightUp ha dovuto far fronte a vere e proprie azioni di lobbying, dove certi media, avvalendosi degli attivisti animalisti come fonte privilegiata, hanno distorto l’immagine delle sperimentazioni del progetto, coinvolgendo nella gogna mediatica le Università che lo ospitano: quelle di Torino e Parma. Ben presto la questione viene protratta parallelamente anche nelle aule di tribunale, dove le istanze animaliste prendono forza, nonostante non siano in grado di presentare fonti contro la necessità della Sperimentazione animale. 

Cronologia di una gogna mediatica

Di seguito riportiamo una cronologia del calvario mediatico e giuridico che hanno dovuto subire gli autori del progetto LightUp, le loro Università, e chi si è mosso per denunciare quanto stava avvenendo. Abbiamo seguito la vicenda mediante diversi articoli, riportando fonti, ed evidenziando l’infondatezza delle tesi animaliste sulle presunte torture subite dai macachi (le date sono riferite alla pubblicazione degli articoli):

  • 21 agosto 2019Science denuncia una presunta fuga di dati dal ministero della Salute ai danni dei ricercatori del progetto LightUp, presi di mira con pesanti minacce dagli animalisti estremisti. La fuga riguarderebbe una richiesta di accesso agli atti da parte della Lav;
  • 23 agosto 2019 – Il professor Marco Tamietto del progetto LightUp riceve un proiettile per posta col seguente messaggio: «Non sei un ricercatore, sei un assassino. Colpiremo duro te e la tua famiglia»;
  • 29 agosto 2019 – Emergono nuove indiscrezioni riguardo la presunta fuga di dati. Tamietto e il collega Luca Bonini altrettanto oggetto di minacce entrano nell’associazione di scienziati Patto trasversale per la Scienza, che lancia un appello per «promuovere e tutelare la scienza» dagli attacchi ecoterroristi;
  • 20 novembre 2019 – Gli attacchi degli animalisti coinvolgono anche la debunker Giulia Corsini, oggetto di body shaming in Rete. Corsini ha contribuito a denunciare la disinformazione attorno al progetto LightUp e alla Sperimentazione animale;
  • 30 novembre 2019 – Gli animalisti occupano il tetto del padiglione dell’Università di Parma, con lo striscione «Fuori i macachi dall’Università #stopvivisezione»;  
  • 17 settembre 2019 – Giulia Corsini risponde a una replica della Lav che la chiama in causa, presentando prove riguardo a una istanza di accesso agli atti della Lav al ministero della Salute;
  • 21 dicembre 2019 – Va in onda al TG2 un servizio parziale quasi interamente basato sulla narrazione della Lav riguardo al progetto LighUp, con affermazioni imprecise e fuorvianti;
  • 30 dicembre 2019 – Usando prevalentemente come fonte la Lav i media diffondono una versione distorta della liberazione di alcuni macachi da parte del ministero della Sanità;
  • 30 gennaio 2020 – Il Consiglio di Stato sospende in via cautelare il progetto LightUp, nonostante abbia ottenuto i permessi da tutte le più importanti istituzioni italiane ed europee competenti, in materia di ricerca e bioetica. Come riportavamo in un precedente articolo, «l’organo chiede al ministero della Salute di “dimostrare l’inesistenza di metodi alternativi”». Nonostante dovrebbe essere chi accusa ad avere l’onere della prova;
  • 7 marzo 2020 – Gli animalisti deturpano la sede di Telethon a Milano. Compare sul muro della facciata la scritta «Telethon tortura no vivisezione»;
  • Primo giugno 2020 – Il TAR del Lazio respinge la domanda di annullamento della Lav. Il progetto LightUp può finalmente ripartire.  

La pagella di PhD Bioscienze Italia

Come è stata riportata nelle principali testate la notizia della ripresa del progetto LightUp? Non benissimo, secondo quanto riportano dall’associazione di giovani dottorandi PhD Bioscienze Italia, che sulla loro pagina Facebook stilano una pagella delle notizie pubblicate in questi giorni.

«Ci siamo chiesti: come è stata presentata questa notizia dai giornali e dai mezzi d’informazione? – spiegano i dottorandi – Abbiamo deciso di raccogliere alcuni degli articoli di giornale che si sono occupati della notizia, immaginando un “tiro a freccette”: questi articoli (e le testate di riferimento) sono riusciti a “centrare il bersaglio” della buona comunicazione scientifica?»

La pagella pensata come un tiro a freccette, si basa su diversi parametri approssimativi: accuratezza (quanto sono esatti i dati riportati); completezza (la vicenda è presentata in maniera esaustiva o parziale); equilibrio (le parti contrapposte sono rappresentate correttamente, o una prevale sull’altra senza una logica dettata da quanto emerso nella letteratura scientifica).

https://www.facebook.com/phdbioscienzeitalia/photos/a.107863464061518/166770968170767/?type=3&theater

Emerge in particolare una discrepanza tra le capacità di lobbying dei gruppi animalisti e quella dei ricercatori – come fa notare il collega Michelangelo Coltelli (Butac), commentando la pagella – i quali spesso non vengono nemmeno interpellati. Al solito la capacità di creare emozioni forti, ricamando su presunte vivisezioni, prevale sulla razionalità di gruppi che non hanno altrettanta capacità – o volontà – di “fare pressione”.

«Chiamai lobbysmo – continua Coltelli – tutte quelle redazioni che hanno soggetti amici della LAV, come ci sono novax nonuke noogm da anni. Basta scovarli, la stampa ad esempio ha nell’inserto La Zampa uno che tutt’ora condivide le cazzate di Lorenzo Croce, lo stesso Quotidiano.net e Il Giornale… Gli scienziati veri quel lobbysmo hanno iniziato a farlo solo da pochissimo».

Questo nonostante sia ormai sempre più evidente l’indispensabilità della Sperimentazione animale nell’attuale ricerca di un vaccino e terapie efficaci contro il Covid-19. Il rischio resta sempre quello che passata l’emergenza, ci si dimentichi presto di tutto questo.

Foto di copertina: Marco Tamietto (progetto LightUp), fermato da un gruppo di animalisti: «stiamo cercando il Dottor Mengele».

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