Francia, Charlie Hebdo ripubblica le vignette di Maometto. Domani al via il processo per l’attentato di cinque anni fa

«Non chineremo mai la testa, non rinunceremo mai», ha spiegato il direttore del settimanale, Riss, nel numero di oggi edicola

Il settimanale satirico francese Charlie Hebdo ha ripubblicato oggi le caricature di Maometto che ne avevano fatto un bersaglio del terrorismo islamico. Una iniziativa che arriva alla vigilia dell’apertura del processo per l’attentato che nel gennaio 2015 fece 12 vittime in redazione. «Non chineremo mai la testa, non rinunceremo mai», ha spiegato il direttore del settimanale, Riss, nel numero in edicola la cui copertina riprende le contestate caricature del Profeta.


Al via il processo

È previsto per domani l’inizio del processo per la strage nella redazione di Charlie Hebdo e nel supermercato Hyper Cacher, avvenuta il 7 gennaio 2015. Sono 14 gli imputati che compariranno in aula, tutti accusati a livelli diversi di sostegno logistico ai due killer, i fratelli Said e Cherif Kouachi, e ad Amédy Coulibaly, tutti e tre autori degli attacchi che per tre giorni terrorizzarono la Francia. Tutto il processo sarà filmato per il suo «interesse nella costituzione di archivi storici», ha fatto sapere la magistratura.


Inizialmente previsto prima dell’estate, il dibattimento è stato rinviato a causa della crisi sanitaria da Coronavirus e si svolgerà sotto stretta sorveglianza al tribunale di Parigi. Il 7 gennaio 2015 i fratelli Kouachi, jihadisti, diedero l’assalto a mano armata alla redazione del settimanale satirico, in piena Parigi, uccidendo 12 persone durante la riunione di redazione. A perdere la vita, fra gli altri, i disegnatori storici della rivista, Cabu e Wolinski. I due attentatori riuscirono a fuggire.

Il giorno dopo, un delinquente radicalizzato in carcere, Coulibaly, uccise una poliziotta a Montrouge, banlieue sud di Parigi, poi il 9 gennaio tolse la vita a quattro ebrei durante l’assalto a un supermercato di prodotti kosher. Morì nell’assalto sferrato dalle unità antiterrorismo, mentre i Kouachi erano stati eliminati poco prima dopo essersi asserragliati in una tipografia vicino alla capitale. Per due mesi e mezzo la corte d’assise ascolterà 144 testimoni e 14 periti per determinare il ruolo degli imputati e quanti fossero al corrente degli attacchi del gennaio 2015.

Più di 8 mila persone in Francia a rischio radicalizzazione

Il governo francese, tramite il ministro dell’Interno Gérald Darmanin, ha reso noto che più di 8.000 persone (8.132) in Francia restano schedate e sono a rischio radicalizzazione di carattere terroristico. Darmanin ha sottolineato che la minaccia «resta estremamente elevata sul territorio», precisando che «il rischio terroristico di origine sunnita resta la principale minaccia alla quale è esposta» la nazione. «La lotta contro il terrorismo islamico resta una delle grandi priorità del governo – ha detto Darmanin – non rinunceremo mai a dare la caccia senza tregua a questi nemici della Repubblica».

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