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Accusano Open di diffamazione, poi cancellano (quasi) tutto. L’arte della manipolazione ai tempi della Covid

04 Settembre 2020 - 08:24 David Puente
Un sito, nato nel 2020 e oggetto di diversi fact-checking da parte di Open, accusa questo giornale di diffamazione. Poi ritira tutto, in un assordante silenzio

Il 17 luglio 2020 nella sezione Fact-checking di Open abbiamo pubblicato un articolo dal titolo «Bill Gates prevede e accetta 700mila morti a causa del vaccino? Falso!» nel quale veniva analizzato un pezzo pubblicato il 15 luglio dal sito DataBaseItalia, una verifica dei fatti che non è piaciuta al proprietario Davide Donateo.

«Doveroso articolo di Davide Donateo – Gestore di DataBase Italia», scrive l’account Twitter ufficiale del sito linkando l’articolo intitolato «Il sito “Open” e “news-coronavirus.it” contro DataBase Italia. L’arte della diffamazione ai tempi del Covid», impossibile da leggere perché rimosso dal sito stesso mostrando la tipica pagina WordPress «Pagina non trovata». Ma noi l’abbiamo recuperato. E non solo quello.

Pochi minuti per recuperare l’articolo, ancora meno per ricostruire l’accaduto partendo dal sito Zazoom.it che riporta (ancora oggi) l’introduzione dell’articolo che accusava Open di diffamazione:

Il sito “Open” di Chicco Mentana e “news-coronavirus.it” contro Database Italia. Questa è diffamazione! (Di venerdì 17 luglio 2020) Doveroso articolo di Davide Donateo – Gestore di Database Italia Qualche giorno fa abbiamo ripubblicato una video intervista al “filantropo” Bill Gates in cui lo stesso Gates ammette che è possibile prevedere una reazione avversa al vaccino ogni 10.000 vaccinazioni. Partendo dall’assunto che, come potete verificare negli innumerevoli articoli scritti e le video interviste rilasciate, uno degli obiettivi primari delle fondazioni finanziate da Gates è quello di vaccinare l’intera popolazione globale, è facile arrivare alla deduzione che 1 vittima di danni da vaccino ogni 10.000 equivale a 700.000 potenziali vittime di reazioni avverse al vaccino o danni da vaccinazione. Il sito Open di Chicco Mentana, insieme al sito …

Manca tutto il resto! Per quale motivo ci accusa di diffamazione? Grazie a WebArchive ritroviamo il testo completo pubblicato sul sito DataBaseItalia in cui è riportata la difesa di Davide Donateo:

Il sito Open di Chicco Mentana, insieme al sito https://news-coronavirus.it/ partono all’attacco in un delirio accusatorio che non è solo un insulto ma parte da una menzogna!

Secondo i due finanziatissimi e oliatissimi siti di informazione, DataBase Italia scrivendo “vittime” automaticamente stava parlando di “morti”.

Ora, siamo d’accordo su una cosa. Spesso i titoli, che hanno l’onere di richiamare gli utenti alla lettura dell’articolo, possono essere forti e comunque hanno il gravoso compito di dover dare con poche parole una rappresentazione immediata di quello che l’utente andrà a leggere. Ma questo lo fa Databaseitalia.it, come lo fa Open o come fanno tutte le testate di informazione. Con la differenza che almeno noi non facciamo sciacallaggio sulla paura per un virus, che come dice Zangrillo, insieme a tanti altri, è sparito da due mesi.

Il titolo dell’articolo in questione parlava di 700.000 vittime potenziali, è vero. Ma all’interno dell’articolo è chiaramente menzionato il riferimento al fatto che si parla di vittime di Danni da vaccino. Mai è menzionata la parola “morte”.

Andando a rileggere l’articolo sul sito di DataBaseItalia manca effettivamente la parola «morte», ma non c’è nulla di strano e vi spiego perché. Nel pezzo in cui si accusa Open di diffamazione vengono annunciate delle modifiche al pezzo trattato:

Abbiamo avuto la premura di modificare SOLO ED ESCLUSIVAMENTE il titolo dell’articolo per evitare che lettori senza basi scolastiche e lessicali possano interpretare male (Come i censori di Open per esempio).

Andando a controllare non c’è soltanto la modifica del titolo e la scomparsa della parte riguardante i «morti», ma anche della data di pubblicazione che dal 15 luglio diventa 23 luglio 2020:

Un salto nel futuro? Piuttosto uno nel passato per rimuovere l’errore commesso nell’articolo in cui si accusava Open di diffamazione! L’articolo di DataBaseItalia riportava veramente il riferimento alla «morte» e nell’articolo di Open avevo riportato il testo copiato e incollato senza alcuna manipolazione (riportiamo nel quote la parola in maiuscolo per renderla più visibile alla lettura):

Se il venditore dice che potrebbero esserci 700.000 vittime allora forse non è sbagliato pensare che saranno molte di più. Questi numeri sono molto più alti del numero effettivo di vittime causate dal virus corona, MORTI o con Corona o “altre vittime”.

La prova della non manipolazione da parte di Open? Un salvataggio dell’articolo del 15 luglio di DataBaseItalia su WebArchive:

Il salvataggio su WebArchive che smentisce le accuse di DataBaseItalia contro il Fact-checking di Open.online

Riporto il finale dell’articolo di accusa nei confronti del fact-checking di Open, comprensibilmente rimosso in quanto infondato, in cui l’autore del pezzo e proprietario del sito si vantava del «marchio» posto sul suo lavoro:

Chi scrive su Database Italia ogni giorno fa un lungo lavoro di lettura e di ricerca, traduce e legge ogni giorno documenti provenienti da mezzo pianeta pur di trovare un nesso logico con gli eventi che stanno sconvolgendo il globo in questo brutto periodo per l’intera umanità. Aggiungiamo e riportiamo SEMPRE le fonti, cercando di fare un lavoro serio. Ci rendiamo conto che la nostra narrativa esca dal selciato della narrativa ufficiale e questo spiega tante cose, almeno a noi.

Ovviamente il marchio che avete apposto sul nostro lavoro ci fa onore. I timbri in stile soviet o peggio i marchi stile nazifascismo non li abbiamo mai dimenticati, e non li dimenticheremo neanche in futuro quando sarà il momento di fare i conti con queste oscure pratiche volte a distruggere tutte le persone che vanno contro il pensiero unico dominante.

Il lungo lavoro di lettura e di ricerca è fondamentale, così come riportare sempre le fonti per cercare di fare un lavoro serio. Ciò non fa una piega, ma è ben altra cosa un’accusa infondata rispetto a una mancata rettifica e la manipolazione degli articoli ai tempi della Covid.

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