Coronavirus, i numeri in chiaro. Il matematico Sebastiani: «Mascherina obbligatoria? Io la porto sempre»

di Fabio Giuffrida

Il ricercatore del Cnr spiega ad Open che il numero di decessi «continua ad aumentare» e che riaprire del tutto gli stadi sarebbe troppo rischioso: «Meglio aspettare 2-3 settimane per scoprire qual è stato l’impatto del ritorno tra i banchi di scuola»

Giovanni Sebastiani è uno dei ricercatori del Cnr e si occupa di studiare l’applicazione di modelli statistici alla medicina. I numeri, forniti oggi 26 settembre dalla Protezione civile, parlano di 1.869 nuovi contagi da Coronavirus con 17 vittime e quasi 3mila tamponi in meno. «I decessi continuano ad aumentare in modo lineare ma con pendenza che cresce. Passiamo dai 5 al giorno di agosto ai 10 delle prime due settimane di settembre per poi passare ai 18 degli ultimi giorni. Intanto la percentuale dei positivi aumenta in modo lineare ma non in tutte le regioni. In Lombardia, ad esempio, negli ultimi dieci giorni, la percentuale di casi positivi sui casi testati sta diminuendo: da 2 è passata, in media, a 1,75».


OPEN | Numero totale di deceduti
OPEN | Percentuali di casi positivi su casi testati in Lombardia

Campania peggio del Lazio

Intanto il governatore campano Vincenzo De Luca ha deciso di imporre la mascherina obbligatoria all’aperto. «Io, ad esempio, di regola la porto sempre ma dipende dal luogo in cui mi trovo. Un conto è al parco, un conto in luoghi in cui c’è molta gente come allo stadio», spiega Sebastiani. Confrontando i dati, «la Campania, per quanto concerne la terapia intensiva, ha una condizione peggiore rispetto al Lazio mentre la circolazione del virus è qualitativamente confrontabile».


Come riaprire gli stadi

Per quanto riguarda, infine, la riapertura totale degli stadi (il Comitato tecnico scientifico ha detto che non ci sono le condizioni per aumentare il pubblico), ha dichiarato: «Sono d’accordo con il Cts, bisogna cambiare un parametro alla volta e vedere la risposta, quando è possibile. Quindi, in questo caso, prima di riaprire del tutto gli stadi vediamo che impatto ha avuto la scuola. E per questo ci vogliono 2-3 settimane. Riaprire gli stadi sì, ma con calma, gradualmente, con esperimenti pilota, magari riaprendo per il momento solo alcune strutture. Non tutte insieme».

Grafiche di Vincenzo Monaco

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