Bassetti tira dritto sui tamponi: «Inutili per gli asintomatici. I medici tornino a visitare e curare i malati»

di Giada Ferraglioni

E boccia anche i test rapidi nelle scuole: «Danno molti falsi negativi»

L’infettivologo dell’Ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, ha spiegato il suo post su Facebook pubblicato il 28 settembre, in cui definiva il caso del Genoa la Waterloo dei tamponi. I contagi da Coronavirus trovati tra i tesserati «dimostrano che i tamponi non bastano, essendo inefficaci per gli asintomatici», ha detto in un’intervista al La Stampa. Il nodo degli asintomatici è comunque difficile da sciogliere, e anche Bassetti riconosce che non sia semplice tracciarli. Sicuramente, sottolinea, non è con i tamponi a tappeto che si risolve la questione. Questo metodo, afferma, «scatta un’istantanea che il giorno dopo può cambiare».


Una strategia che «va bene nei luoghi a rischio, come ospedali e Rsa, ma poi bisogna tornare a visitare i malati e a curare i sintomatici». E da questo punto di vista insiste sul fatto che ci sia bisogno di investire di più su medici e infermieri piuttosto che sui tamponi. Nemmeno il test veloce nelle scuole lo convince: «Sarebbe un tamponcino nel naso o un test salivare», spiega. «Già il tampone, se fatto bene, arriva al 75% di possibilità, mentre questi danno molti falsi negativi».


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