Maltempo, enti locali contro Costa. Per il ministro dell’Ambiente «i soldi ci sono». Comuni e Regioni insorgono: «Esca dal palazzo»

Botta e risposta prima con Cirio, poi con Decaro. Conte chiama il governatore del Piemonte: «Massimo sostegno dall’esecutivo»

Dopo un weekend in cui gran parte del Nord Italia è stato flagellato dalle piogge, mentre le Regioni passano alla conta dei danni e delle vittime, divampa la polemica tra enti locali e governo centrale. A innescarla è Sergio Costa: in un’intervista a La Stampa, il ministro dell’Ambiente ha parlato di carenze dei Comuni nella battaglia contro il dissesto idrogeologico. La prevenzione «vuol dire capacità di spendere – ha affermato Costa -. Le Regioni decidono la conformità dei progetti e se ammetterli ai finanziamenti nazionali, ma i Comuni hanno il compito di individuare i territori a rischio e di realizzare i progetti per metterli in sicurezza: non tutti ci riescono».


Il presidente del Piemonte: «Costa esca dal ministero e venga a sporcarsi con i nostri sindaci»

Il primo a tuonare contro le dichiarazioni del ministro è il governatore di una delle Regioni più colpite dal maltempo delle scorse ore, il Piemonte. «Leggo sui giornali che il ministro dell’ambiente Costa dice che la colpa dell’alluvione sarebbe dei sindaci che non spendono i soldi che hanno per l’ambiente – ha dichiarato Alberto Cirio -. Caro ministro Costa, esca dal suo ministero e venga in Piemonte a sporcarsi un po’ con i nostri sindaci piemontesi, che non dormono da 3 giorni, che spalano con le ginocchia immerse nel fango e che firmano sotto la loro responsabilità e senza ancora nessuna certezza dallo Stato, interventi di somma urgenza per mettere in sicurezza la loro gente». Il premier Giuseppe Conte ha poi chiamato Cirio per assicurare «massimo sostegno al Piemonte» da parte del governo.


Costa: «I fondi ci sono»

In mattinata, Costa ha snocciolato le cifre a disposizione per intervenire sul dissesto idrogeologico: «I fondi ci sono; in cassa ci sono 7 miliardi a disposizione», ha chiarito ai microfoni di Radio24. L’immobilismo sugli investimenti deriverebbe da «lacci di natura amministrativa e burocratica». Il discorso del ministro si dirama sulla differenza tra piccoli e grandi Comuni: i primi, stando alle sue parole, non avrebbero le competenze e nemmeno le risorse per avvalersi di professionalità esterne. Inoltre, ripete Costa, il suo ministero «ha previsto di anticipare il 30% della spesa» per gli interventi nel campo della tutela e della messa in sicurezza del territorio.

Il sindaco di Bari: «Non scaricare la responsabilità sui Comuni»

Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci, non ha accettato la narrazione del problema fatta da Costa: «Se il ministro finalmente, a nome del governo, intende farsi carico di quello che da anni stiamo sostenendo come associazione dei Comuni, ben venga. Se invece intende individuare una istituzione sulla quale scaricare le responsabilità sbaglia di grosso – fa eco a Cirio -. In tutti gli incontri e in tutte le occasioni, l’Anci da tempo sostiene con forza la necessità di varare un piano straordinario per la manutenzione del territorio. Se è questo quello che oggi propone il ministro, noi sindaci siamo pronti a collaborare come, del resto, facciamo quotidianamente ispirandoci ai principi costituzionali di leale collaborazione perché sappiamo che solo sentendoci parte della stessa squadra possiamo salvare questo Paese».

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