Vertice Governo-Regioni, le anticipazioni di Speranza: «Lavoriamo su smart working e orari della movida»

di Giada Giorgi

Secondo le indiscrezioni, il Dpcm dovrebbe arrivare entro martedì. Il ministro della Salute sembra stia puntando molto sullo smart working, l’obiettivo è «arrivare al 70-75%»

È ancora in corso il vertice Stato-Regioni volto a trovare un nuovo fronte comune sulle nuove misure anti-Covid. Dopo il boom di contagi registrati ieri, oltre quota 10mila, il governo è pronto a firmare un nuovo Dpcm che provi a far virare l’incremento della curva epidemica. Anche in questo caso l’accordo con le Regioni si rivela fondamentale per la strategia comune di lotta al Coronavirus. Dalle prime indiscrezioni trasporti e didattica a distanza per le scuole superiori sono alcuni dei principali punti chiave su cui governo e presidenti stanno continuando a discutere.


«Tamponi, intensive e medici di base»

Il ministro per le Autonomie Francesco Boccia starebbe poi esortando le singole amministrazioni ad una stretta collaborazione per evitare un ritorno alla situazione di marzo. «Con l’autunno arriva una fase nuova» ha detto il ministro, «le reti sanitarie sono forti ma dobbiamo evitare lo sfondamento come era accaduto a marzo in alcuni territori». La cooperazione esortata da Boccia verte soprattutto sul delicato tema tamponi, terapie intensive e medici di base, tre fronti su cui il ministro invita ad essere «tempestivi, immediati e collaborativi».


Task force di medici volontari

Boccia si è poi espresso sui medici volontari dichiarando «tutta l’intenzione» da parte di governo e Protezione civile di riattivare la task force, ma alla condizione di «buon senso applicato». Il riferimento è al numero invocato dalle Regioni che, secondo il ministro, attualmente starebbero chiedendo «troppo». Nei momenti più critici Boccia ricorda di aver fornito ai territori in difficoltà circa mille operatori in tutto, «se oggi alcune Regioni chiedono singolarmente 3.000 medici c’è qualcosa che non torna» ha concluso.

Stretta su movida e lavoro agile

A fare eco anche il ministro della Salute Roberto Speranza che esorta alla condivisione di nuove misure restrittive anche sulla base di quello che sta accadendo «nel resto degli altri Paesi». Speranza ha chiarito anche che fra i dossier sul tavolo ci sono quello sulla vita notturna e sullo smart working: «Sulla movida potremmo fare uno sforzo in più, valutiamo se è il caso di una stretta sugli orari serali per evitare assembramenti. Serve poi una mossa netta sullo smart working, direi di arrivare anche al 70-75%».

Evitare gli assembramenti è uno degli obiettivi principali delle nuove misure anti-virus. Per questo il ministro ha invitato a fare «una distinzione di base tra attività essenziali e non essenziali», considerando tra le attività essenziali scuola e lavoro. «Se decidiamo come governo di chiedere a qualche comparto di cessare o limitarsi, ci faremo anche carico del ristoro» ha aggiunto.

Dalle Regioni nuova richiesta di didattica a distanza

Nelle richieste da parte dei governatori al governo invece spunta di nuovo il tema della didattica a distanza. Con l’Umbria in prima linea, la proposta sarebbe quella di reintrodurre la scuola da casa per gli istituti superiori e «per un periodo di tempo limitato». L’obiettivo per le amministrazioni che hanno avanzato la proposta è quello di studiare «nel giro di 15 giorni» l’evoluzione della pandemia.

«Sulle piscine e sulle palestre si valuti di tutelare almeno le squadre che possono rispettare i nuovi protocolli». Queste le parole che Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni e governatore dell’Emilia Romagna avrebbe detto nel corso del vertice in merito a una possibile stretta sulle attività sportive nel prossimo Dpcm.

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