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Coronavirus, l’analisi di Lorenzo Pregliasco: «Il virus corre quattro volte più velocemente della capacità di fare tamponi»

20 Ottobre 2020 - 20:31 Felice Florio
Per il direttore di YouTrend è stato un errore non agire in tempo e aumentare la capacità di diagnosi dei laboratori. E sottolinea: «Con questo trend venerdì avremo il numero di persone ricoverate in terapia intensiva dell’11 marzo»

«Se il trend prosegue, giovedì o al massimo venerdì avremo superato il numero di persone ricoverate in terapia intensiva dell’11 marzo, giorno del lockdown nazionale, cioè 1.028». Lorenzo Pregliasco, direttore di YouTrend, ha analizzato l’andamento dell’epidemia di Coronavirus in Italia. E i dati sono tutt’altro che rassicuranti: «In una settimana i nuovi casi sono cresciuti del 96%, i decessi del 113%, i tamponi – soltanto – del 25%», ha scritto su Twitter.

Direttore, i dati del 20 ottobre, con 10.874 nuovi positivi e le terapie intensive che crescono di 73 unità, sono un’ulteriore conferma del trend dell’epidemia?

«Sui nuovi casi oggi rileviamo un lievissimo rallentamento. Sulle terapie intensive, invece, l’incremento del 20 ottobre imprime un’accelerata al trend. Detto ciò, l’analisi del singolo giorno non ha molto senso per lo studio di un andamento».

Se, come ha rilevato, l’andamento proseguirà, entro la fine della settimana avremo superato i numeri della soglia di allarme che, l’11 marzo scorso, fece scattare il lockdown. Crede che sarà inevitabile una misura di quello stesso genere?

«Questa è una scelta squisitamente politica. Restiamo sui numeri: i dati di oggi non sono raffrontabili con quelli di marzo, soprattutto se facciamo riferimento alle terapie intensive. All’epoca la pressione sugli ospedali si concentrava principalmente in Lombardia. Adesso i ricoveri gravi sono diffusi a livello nazionale. Ed è un’arma a doppio taglio: avendo una diffusione nazionale del virus e dei ricoveri, se la situazione peggiorasse, sarebbe un problema esteso a tutta l’Italia. Ad ogni modo, ricordare i numeri di marzo, e superarli a livello simbolico, sarà una sveglia per la politica e per l’opinione pubblica».

Comparando l’incremento dei tamponi a quello dei nuovi casi negli ultimi sette giorni, emergono due percentuali molto distanti: i contagi sono cresciuti del 96%, i tamponi del 25%. Cosa ci dice questo confronto numerico?

«Più che altro ribadisce ciò che evidenziamo da settimane: la dinamica dei nuovi casi è molto più rapida della crescita dei tamponi e quindi è improprio giustificare l’aumento dei contagi con l’aumento dei tamponi. Sicuramente i tamponi sono cresciuti, ma sarebbe onesto rimarcare che l’epidemia corre comunque molto più velocemente di quanto corra la nostra capacità di tracciamento. Esattamente, il virus è quattro volte più rapido del numero di tamponi».

Si doveva fare di più per implementare il sistema di tracciamento?

«Probabilmente sì. È evidente che, appena i contagi giornalieri superano la soglia di 10 mila, diventa estremamente difficile fare un tracciamento corretto. Anche i giornali hanno evidenziato come alcune Regioni non abbiano le forze adeguate per seguire questi numeri. Il peccato originale è stato quello di non agire in tempo per ampliare il numero di test. Ripeto, la crescita dei tamponi non riesce a stare dietro all’aumento dei contagi. La cosa che stupisce di più è che, mentre il settore dei trasporti e la scuola non si potevano stravolgere in pochi mesi, la macchina di tracciamento, quindi laboratori e tamponi, sì. È stato un errore non farlo».

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