Il capo dei Pronto soccorso Covid lombardi: «Situazione drammatica. Serve un lockdown nazionale»

di Cristin Cappelletti

L’allarme dell’epidemiologo Bertolini: «Se si tergiversa ancora ci troveremo davanti all’irrimediabile»

Ieri, solo la Lombardia ha registrato oltre 3.570 nuovi contagi. La regione è ancora la più colpita dall’emergenza Coronavirus e per Guido Bertolini, responsabile del Coordinamento Covid-19 per i reparti dei pronto soccorso lombardi, «la situazione è drammatica: ora è il momento di chiudere tutto». L’epidemiologo dell’Istituto Mario Negri di Bergamo ha dichiarato all’Adnkronos che «l’unica cosa che si può fare è chiudere tutto, un lockdown a livello nazionale. La situazione nei Pronto soccorso è drammatica, non solo in Lombardia, ma ovunque a livello nazionale».


Per fermare l’epidemia non c’è altra strada, dice Bertolini. «Se si fosse fatto qualcosa prima, quando lo si doveva fare – aggiunge – si sarebbero potute prendere misure più soft, ma ora non si può più e le misure prese dal Governo sono troppo blande. Non servono a contenere il fenomeno mostruoso che abbiamo di fronte». In Lombardia, a livello di pronto soccorso, precisa Bertolini, «la situazione più difficile è a Milano e Monza, ma anche in tutte le altre città la crescita è esponenziale». Anche a Roma il il direttore di Pneumologia del Policlinico Gemelli, Luca Richeldi, ha lanciato l’allarme sulla tenuta dei pronto soccorso.


A differenza di marzo però, rileva ancora l’epidemiologo Bertolini, «non c’è comprensione di ciò che sta succedendo da parte della popolazione, che non capisce». E tenere aperto, conclude, «non significa far correre l’economia. Le conseguenze economiche sarebbero comunque enormi lasciando aperto. Chiudere mette in difficoltà tantissime categorie, che la politica ha il dovere e il compito di tutelare. Se si tergiversa ancora, ci troveremo davanti all’irrimediabile».

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