Il caso delle terapie intensive “svuotate” in Calabria: così la regione ha rivisto i dati sui ricoveri gravi

di Giada Ferraglioni

La Calabria è stata inserita ieri nella zona rossa. Non è chiaro se il nuovo conteggio dei malati sia stato pensato per scongiurare la permanenza della Regione nella fascia ad alto rischio

È stato un insolito e sospetto crollo dei ricoveri in terapia intensiva quello registrato ieri, 4 novembre, in Calabria. Da 26 pazienti si è passati in 24 ore a soli 11. Ad attirare di più l’attenzione dei quotidiani locali è stato il dato su Cosenza: dai 14 pazienti registrati il 3 novembre, ieri se ne sono registrati appena 2. Ben dodici persone decedute solo all’ospedale Annunziata per complicanze legate al Coronavirus? Per fortuna no. Come ricostruito dal quotidiano locale LaCNews, nonostante quei 14 pazienti restino tutti in rianimazione, nel conteggio delle terapie intensive sono stati inseriti solo 2 intubati. Gli altri 12, ventilati tramite casco, sono stati conteggiati come ricoveri “ordinari” dei reparti di malattie infettive, pneumologia, o del reparto Covid di Rogliano. Nessuna risposta alle richieste di chiarimento è arrivata a ora da Giuseppina Panizzoli, commissaria uscente della Azienda Ospedaliera di Cosenza.


Il nodo delle terapie intensive in Calabria e la nuova zona rossa

Che sia un caso o no, questo “trucchetto” regionale spunta nei giorni in cui si è discusso di mettere la Regione in zona rossa (come poi è stato fatto ieri sera). Il motivo per cui la Calabria è stata inserita nella fascia più alta di rischio, infatti, non è tanto il numero di contagi giornalieri, che resta inferiore rispetto alla maggioranza delle altre zone d’Italia (ieri +262). Bensì per la tenuta del sistema sanitario: i 223 ricoveri totali e la crescita giornaliera a colpi di 200 e più casi al giorno, rischiano di mandare già in sofferenza l’intera sanità territoriale.


Se l’andamento dei contagi, registrato dall’ultimo monitoraggio dell’Iss, dovesse essere confermato (Rt 1,66 e un’incidenza al 166.73 per 100 mila abitanti), esiste il 50% di possibilità che i posti in terapia intensiva superino il 30% di saturazione e quelli nei reparti il 40%. In pratica, che scatti l’emergenza. E proprio a Cosenza, il 25 ottobre scorso, i 33 ricoveri hanno saturato i reparti di Pneumologia e Malattie infettive.

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