In Pennsylvania spunta un postino che prima parla di brogli e poi ritratta. Ma Trump gli crede – Il video

di Redazione

Per il presidente le accuse di Richard Hopkins, rese pubbliche attraverso un gruppo di attivisti di estrema destra, sarebbero autentiche. L’uomo intanto nega di aver cambiato versione davanti agli investigatori

Per Donald Trump ha detto la verità. E non importa se poi ha ritrattato tutto davanti agli investigatori, come affermano i democratici che fanno parte del Committee on Oversight and Reform, organismo del Congresso che fra le altre cose vigila sui servizi postali negli Stati Uniti. Parliamo di Richard Hopkins, l’impiegato delle poste le cui accuse di manomissione delle schede elettorali sono alla base della richiesta presentata dai repubblicani di aprire un’indagine federale sull’esito delle ultime presidenziali, vinte da Joe Biden.



Hopkins, in una dichiarazione giurata che porta la sua firma, ha affermato che un dirigente del servizio postale degli Stati Uniti (USPS) della città di Erie, in Pennsylvania, avrebbe incaricato il personale di manomettere i voti per corrispondenza, retrodatando le schede arrivate in ritardo. «Non ho assistito a retrodatazioni, li ho visti parlare di retrodatazioni», ha raccontato il lavoratore agli attivisti di estrema destra del gruppo Project Veritas, che ne hanno fatto un «whistleblower da proteggere», non si sa bene da cosa o da chi. Davanti agli agenti citati come fonte dai democratici del Committee, andati a interrogarlo dopo la sua “denuncia”, Hopkins ha ritrattato tutto e non è stato in grado di spiegare perché avrebbe firmato una dichiarazione falsa.

Per il Washington Post avrebbe addirittura ammesso di essersi inventato tutto. Ma l’interessato, poche ore dopo la pubblicazione dell’articolo, è apparso in un video diffuso sui social network da James O’ Keefe, fondatore di Project Veritas, in cui nega di aver ritrattato le proprie dichiarazioni e annuncia una nuova puntata della vicenda: «Lo scoprirete domani. E mi piacerebbe che il Washington Post ritrattasse il suo articolo». Secondo la sua nuova versione sarebbe stato interrogato senza il suo avvocato e gli investigatori avrebbero provato a estorcergli una ritrattazione, obbligandolo a firmare un nuovo documento. A sostegno di questa presunta rivelazione avrebbe un audio registrato con un microfono nascosto.

Video: Twitter / @JamesOKeefeIII

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