Rezza sfata il mito: «La nuova ondata colpa dell’agosto in discoteca? No, della ripresa a scuola e al lavoro»

di Giada Giorgi

Il direttore della Prevenzione del ministero della Salute: «C’è stato un grande aumento dei casi di Covid dopo l’estate, ma è da attribuire alla ripresa delle attività a settembre»

«C’è stato un grande aumento dei casi di Covid, anche a livello europeo, dopo l’estate ma credo che sia difficilmente attribuibile ai focolai estivi; piuttosto, il riprendere delle attività a settembre ha aumentato la circolazione virus». Così il professor Giovanni Rezza, durante la conferenza stampa dell’Istituto Superiore di Sanità sui dati Covid-19, sfata le ricostruzioni delle ultime settimane sulla nuova ondata: più che l’agosto in discoteca ha influito il ritorno a scuola e al lavoro.


Per quanto concerne la curva epidemica, sta dando i primi segnali di decremento, ha spiegato Rezza, che ha specificato il dato relativo all’indice Rt attualmente pari a 1,4. «Un tasso in diminuzione attribuibile agli ultimi interventi implementati dagli ultimi Dpcm» ha detto il direttore del dipartimento Prevenzione del ministero della Salute, a cui ha fatto eco anche il professor Brusaferro con un invito alla prudenza. «L’indice è più basso rispetto all’1,7 dell’ultimo monitoraggio ma non c’è ancora un calo della curva. Le misure adottate stanno funzionando ma il numero dei casi è ancora significativo».


I dati riportati in conferenza stampa riguardano il periodo che va dal 2 all’8 di novembre e registrano dunque una chiara decelerazione della trasmissione che deve però essere necessariamente interpretata con prudenza. Questo anche in riferimento agli unici dato più recenti, quelli cioè che riguardano i ricoveri ordinari e in terapia intensiva, risalenti all’11 di novembre. «In area medica e nelle intensive continuano ad aumentare le curve di occupazione» ha spiegato Silvio Brusaferro, invitando anche a considerare i prossimi posti letto «attivabili nel Paese che si stanno già predisponendo».

Le criticità più evidenziate in conferenza stampa sono state quelle riguardanti i servizi territoriali e il raggiungimento attuale, in un numero crescente di Regioni/PA di soglie critiche di occupazione. Riguardo ai quattro scenari di rischio stabiliti nel mese di agosto, l’Iss ha riportato una situazione compatibile con uno scenario di tipo 3 nella maggior parte del territorio nazionale, «con una diminuzione nel numero di Regioni in cui la velocità di trasmissione è già compatibile con uno scenario 4».

La questione Natale

Il riferimento al Natale non poteva mancare. È stato il professor Locatelli ad esprimersi a riguardo, invitando a non considerare il periodo natalizio come «un’eccezione alle misure anti Covid». L’obiettivo dichiarato è quello di arrivare al momento con un indice Rt inferiore a 1 ma «non potremo vanificare gli sforzi dando luogo ai festeggiamenti a cui eravamo abituati», ha concluso Locatelli. L’epidemia rimane «ad alto rischio» e «non controllata» nelle zone a più elevato pericolo di trasmissione. A rischio moderato attualmente viene registrato dall’Iss soltanto il Molise.

«Distribuzione vaccini, priorità. In arrivo la bozza di un piano»

Bisogna farsi trovare pronti alla distribuzione del futuro vaccino. Questa è stata la questione prioritaria posta dal professor Rezza sul tema vaccini. La logistica riguardante l’iter di diffusione del vaccino è una delle tematiche affrontate dal gruppo Direzione della Prevenzione sanitaria di cui Rezza ha annunciato il lavoro e che, secondo quanto riportato, «ha già approntato una bozza di piano». Tra i temi più importanti previsti dalla bozza, anche l’identificazione delle priorità all’interno della popolazione, «i target vaccinali» e ancora «dove e come vaccinare». Lo scienziato dell’Iss ha fatto sapere che la riflessione sarà perfezionata nei prossimi giorni attraverso il confronto con le Regioni e diffusa a breve periodo dal ministro della Salute.

In quanto al vaccino anti influenzale il professor Rezza risponde ai frequenti episodi di carenza verificatisi in molte parti del Paese. «Le dosi di vaccino non arrivano tutte subito» ha spiegato Rezza, «le aziende stesse hanno necessità di scaglionare le dosi e per questo le persone che sono corse a vaccinarsi già dai primi giorni potrebbero non averlo trovarlo, ma le dosi stanno arrivando», ha concluso, sottolineando come la domanda sia ancora molto forte.

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