Coronavirus, Abruzzo in zona rossa da domenica: l’Rt della Regione è il secondo peggiore d’Italia (dopo quello della Basilicata)

Con 1,32 di Rt, peggio dell’Abruzzo fa solo la Basilicata (1,46). Per ora è l’unica regione che passa in area rossa ma l’Iss ne indica altre tre con rischio moderato che sembrano essere in bilico: Friuli Venezia Giulia, Molise e Veneto

È prevista per questa sera la firma del ministro della Salute Roberto Speranza sull’ordinanza che dispone l’area rossa per l’Abruzzo. Da domenica dunque la Regione rientrerà tra quelle con lo scenario di rischio più grave per l’epidemia da Coronavirus. L’ordinanza sarà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale domenica 22 novembre, giorno in cui entra in vigore. Con l’entrata in vigore dell’ordinanza, ha assicurato il presidente dell’Abruzzo Marco Marsilio, «scatteranno tutte le misure previste dal decreto Ristori per le attività colpite dalla restrizione e per le famiglie che hanno i figli in didattica a distanza». Va detto che la Regione aveva già anticipato delle misure restrittive nel tentativo di arginare l’impennata dei contagi, ma i risultati sul piano reale ancora non si vedono.


L’Abruzzo figura infatti tra le regioni con il peggiore indice di trasmissibilità. Con 1,32 di Rt, peggio dell’Abruzzo fa solo la Basilicata (1,46). L’ultimo monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità mostra invece che nel resto di Italia si sta registrando un trend diverso: l’indice Rt sta gradualmente scendendo e nella maggior parte delle regioni ha un valore medio tra 1 e 1,25. Per ora l’Abruzzo è l’unica regione che passa in area rossa ma l’Iss ne indica altre tre con rischio moderato che sembrano essere in bilico e potrebbero dunque vedersi imposte delle nuove misure da lockdown nel giro di poche settimane. Si stratta del Friuli Venezia Giulia (arancione), del Molise e del Veneto (gialle). Queste tre regioni, secondo l’Iss, hanno oltre il 50% di probabilità di superare le soglie critiche di occupazione dei posti letto in area medica e in terapia intensiva nei prossimi 30 giorni se si mantiene invariata la trasmissibilità del virus.


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