San Patrignano, la serie di Netflix diventa un caso. Per la comunità «il racconto è sommario e parziale»

Il centro di recupero per tossicodipendenti, coinvolto tra gli anni ’80 e ’90 in presunti episodi di violenza, prende le distanze dal documentario: «Narrazione unilaterale, ci dissociamo»

Una docu-serie da cui esce un’immagine controversa, e che i diretti interessati rispediscono al mittente. «La comunità San Patrignano si dissocia completamente dalla docu-serie messa in onda da Netflix», dicono dalla comunità commentando SanPa: Luci e Tenebre di San Patrignano. La docu-serie originale italiana targata Netflix da qualche giorno è disponibile sulla piattaforma. E viene definita «unilaterale»: «Il racconto che emerge è sommario e parziale, con una narrazione che si focalizza in prevalenza sulle testimonianze di detrattori, per di più, qualcuno con trascorsi di tipo giudiziario in cause civili e penali conclusesi con sentenze favorevoli alla comunità stessa, senza che venga evidenziata allo spettatore in modo chiaro la natura di codeste fonti», dice una nota della comunità.


La nascita negli anni ’70

San Patrignano, ricorda su Vanity Fair uno degli autori, Carlo Gabardini, è la più grande comunità di recupero per tossicodipendenti in Europa, fondata da Vincenzo Muccioli alla fine degli anni ’70, a Coriano, alle porte di Rimini. Una realtà di cui da tempo non si parla più, e che ora si arriva a raccontare in una docu-serie controversa, come controversa è la cronaca della vita della comunità. «Una storia che ha dominato le news negli anni ’80 e 90», aggiunge la regista, Carla Spender. «Una storia mai raccontata per intero», dice Gabardini.


I processi al fondatore Muccioli

La comunità era nota alle cronache per episodi di violenza che sarebbero avvenuti al suo interno e che hanno dato il via ad alcuni procedimenti giudiziari. Lo stesso fondatore, Muccioli, ha affrontato due processi. Nel primo, chiamato Processo delle catene, è stato condannato in primo grado per sequestro di persona e maltrattamenti per avere incatenato alcuni giovani della comunità, per essere poi assolto in secondo grado, risultato confermato in Cassazione. Alcuni anni dopo Muccioli è stato condannato in un secondo processo per favoreggiamento ma assolto dall’accusa di omicidio colposo per la morte, sempre in comunità, di Roberto Maranzano. Muccioli morì nel settembre 1995. Alcuni giorni prima la Cassazione aveva sentenziato che processarlo per omicidio colposo era stato un errore: per la morte di Maranzano, Muccioli doveva essere giudicato, fosse stato ancora vivo, con l’accusa più grave di maltrattamenti seguiti da morte.

La comunità contro Netflix

«Per trasparenza e correttezza abbiamo ospitato per diversi giorni la regista della serie la quale è stata libera di parlare con chiunque all’interno della comunità», si legge ancora nella nota di San Patrignano. «E abbiamo inoltre fornito l’elenco di un ampio ventaglio di persone che hanno vissuto e o tuttora vivono a San Patrignano e della quale conoscono bene storia passata e presente, in modo da poterle dare gli strumenti necessari per una ricostruzione oggettiva e informata». “Suggerimenti” che la regista non avrebbe accolto: un elenco «totalmente disatteso», tranne che nel caso del responsabile terapeutico Antonio Boschini, «preferendo lasciare spazio a un resoconto unilaterale che paia voler soddisfare la forzata dimostrazione di tesi preconcette».

La comunità racconta di aver espresso fin da principio «preoccupazione per gli effetti che un prodotto televisivo di ricostruzione delle vicende trascorse all’interno della comunità, se non ricostruite e presentate in maniera equilibrata e adeguatamente contestualizzate, poteva avere sulla odierna realtà di San Patrignano, con i suoi oltre mille ospiti». Timori «purtroppo assolutamente fondati» con effetti potenzialmente «negativi e destabilizzanti che potrebbero ricadere sull’oneroso lavoro di recupero, reinserimento e prevenzione». Il prodotto finale viene tacciato di spettacolarizzazione e semplificazione, «per scopi di intrattenimento commerciale più che di seria ricostruzione documentaria che rispetti i canoni di oggettività».

In copertina Ansa/Ufficio Stampa | Foto di scena della serie ‘SanPa: Luci e Tenebre di San Patrignano’, docu-serie originale italiana Netflix.

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