Open Arms, Salvini in aula al processo per sequestro di persona: «Non ho agito da solo, ma insieme al governo»

È iniziata l’udienza preliminare del processo che vede il leader della Lega imputato di sequestro di persona per i fatti legati all’imbarcazione della ong spagnola dell’agosto 2019, quando rimasero bloccati a bordo 147 migranti

«Il divieto di approdo della nave dell’ong Open Arms non fu una decisione individuale di Matteo Salvini, ma dell’intero esecutivo» del governo Conte I. È la tesi portata dinanzi al gup di Palermo dall’avvocata della difesa Giulia Bongiorno, a margine dell’udienza preliminare del processo che vede l’ex ministro dell’Interno imputato di sequestro di persona e rifiuto d’atto d’ufficio per aver vietato lo sbarco a Lampedusa, nell’agosto del 2019, di 147 migranti (inizialmente ne erano stati indicati 107 e la procura ne ha richiesto la rettifica, ndA) soccorsi in mare dalla nave della ong spagnola Open Arms.


Durante l’udienza preliminare, l’avvocato della difesa Giulia Bongiorno ha richiesto la produzione di diversi documenti, tra cui la deposizione dell’ex ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli a Catania, e la traduzione dei contenuti di una memoria esterna dove sarebbero presenti comunicazioni, mail, agende di bordo relative alle operazioni svolte della Open Arms. A tale documentazione è stato richiesto altresì l’inserimento del contratto di governo che legava politicamente M5s e Lega ai tempi del governo Conte I.


Salvini: «Non ho agito da solo, ma insieme al governo»

«La cosa curiosa leggendo gli atti della procura è che due dei presunti sequestrati sono tuttora in carcere – ha commentato Salvini, uscendo dall’aula bunker del carcere Ucciardone -. Adesso stiamo cercando di capire per quale reato. Quindi ho sequestrato due galantuomini che sono in carcere uno a Ragusa e uno ad Agrigento», ha proseguito il leader leghista. E infine Matteo Salvini ha ribadito: «Non ho agito da solo, ma insieme al governo».

Open Arms: «Ci auguriamo che venga fatta giustizia»

La ong Open Arms, dal canto suo, prima dell’udienza preliminare, ha rinnovato la propria posizione con un tweet: «151 persone, 21 giorni di attesa, 40 persone evacuate per fragilità fisiche e psichiche», avvalorato anche dal «rapporto dettagliato di Emergency su condizioni psicologiche a bordo». «Qualcuno deve rispondere di tutto questo, ci auguriamo che venga fatta giustizia», ha chiosato lo staff della ong.

L’udienza odierna è stata principalmente incentrata sulla costituzione delle parti civili. In tal senso, sono 7 i migranti che hanno chiesto di costituirsi, e assieme a loro ci sono anche Legambiente, Arci, l’associazione Accoglie Rete, Giuristi Democratici, il Ciss, Open Arms, Mediterranea Saving Humans, Cittadinanza Attiva e il comandante dell’imbarcazione spagnola a cui fu impedito l’attracco, Reig Creus. Sulle richieste la difesa di Salvini si è rimessa al gup Lorenzo Jannelli che sta esaminando gli atti di costituzione. L’accusa è rappresentata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Marzia Sabella e dal pm Gery Ferrara.

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