Alexei Navalny, l’annuncio a cinque mesi dall’avvelenamento: «Domenica tornerò in Russia»

di Cristin Cappelletti

«Sono sopravvissuto. E adesso Putin, che ha ordinato il mio omicidio, sta dicendo ai suoi servitori di fare tutto il possibile affinché io non ritorni», ha scritto il politico sulla sua pagina Instagram

Ad agosto era stato avvelenato, ora l’attivista russo ha comunicato sulla sua pagina Instagram di essere quasi guarito: «Posso finalmente tornare a casa». Alexei Navalny si trova ancora in Germania dove era stato trasferito lo scorso agosto per ricevere cure adeguate in un ospedale di Berlino. Ora il politico oppositore del presidente russo Vladimir Putin ha detto che domenica 17 gennaio farà ritorno in patria con un volo Pobeda. «Sono sopravvissuto. E adesso Putin, che ha ordinato il mio omicidio, sta dicendo ai suoi servitori di fare tutto il possibile affinché io non ritorni», ha scritto l’attivista, annunciando che il servizio penitenziario russo ha chiesto a un tribunale di incarcerarlo per aver violato i termini della sospensione condizionale della pena concessagli per una condanna a tre anni e mezzo della fine del 2014.


A fine dicembre, Navalny ha dovuto affrontare anche un processo giudiziario: l’oppositore è stato accusato dagli investigatori russi di aver speso per fini personali circa 3,9 milioni di euro raccolti dalle sue organizzazioni non-profit, compresa la Fondazione Anticorruzione che tante volte ha messo in imbarazzo Putin e i suoi più stretti alleati. Secondo i dissidenti vicini a Navalny, si tratta di accuse di matrice politica volte a impedire il ritorno in Russia dell’oppositore. Diverse inchieste, ultima quella del sito web investigativo Bellingcat, di cui fa parte anche la Cnn, hanno svelato come dietro l’avvelenamento di Navalny ci siano i servizi segreti russi. Il lavoro di Bellingcat accusa in particolare il servizio federale di sicurezza di Mosca (FBS), un gruppo che negli anni ha creato un’elite speciale per pedinare e spiare Navalny. Tuttavia, Putin ha negato le accuse aggiungendo che se i servizi segreti avessero voluto uccidere Navalny «avrebbero finito il lavoro».


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