Molti collegati in streaming, in pochi, invece, sono arrivati alla spicciolata al Nazareno, evitando le domande dei cronisti. C’è tensione. Anna Ascani è stata tra i primi big del partito a entrare nella sede dei Dem, alle 14.30. Poi è arrivata Debora Serracchiani. Andrea Orlando ha schivato i giornalisti, scegliendo l’ingresso sul retro, al lato della chiesa di Sant’Andrea delle Fratte. Nicola Zingaretti è già in sede, dicono, ma nessuno l’ha visto passare. Il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, ha glissato: «Aspettiamo la direzione».
Qualche minuto dopo le 16, l’incontro ha avuto inizio. Il segretario Zingaretti ha esordito con toni poco concilianti nei confronti di Italia Viva: «L’irresponsabile apertura della crisi è stata un grave errore politico». Molti gli accenni alla pericolosità della situazione, «un salto nel buio che ha dato inizio a una stagione di precarietà». Il segretario, tuttavia, ha ribadito che non porrà nessun veto su Italia Viva: «Nessun risentimento sul passato, ma dubbi fondato per il futuro».
A un quarto d’ora dall’inizio, il primo chiaro riferimento al presidente del Consiglio dimessosi: «Conte è un punto di equilibrio politico. Era giusto tornare in parlamento» ma ha subito precisato che «il Paese non può essere riconsegnato alla destra». Il segretario ha fatto più appello alla direzione chiedendo di approvare «il mandato per proporre a Mattarella il nome di Conte per dare vita a un nuovo governo europeista e con un’ampia base parlamentare». La direzione si è conclusa chiedendo di votare per il mandato alla delegazione di proporre a Mattarella il nome di Conte. La votazione si terrà dalle 17 alle 19 di oggi, 27 gennaio.
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