Dal cadetto pro-Cremlino alla supporter di Navalny. Chi sono e cosa vogliono i Puteens, i giovani nati e cresciuti sotto Putin – Il video

Hanno conosciuto una sola Russia. Ma hanno storie e identikit differenti. Davide Monteleone li ha fotografati prima delle ultime elezioni. Alla vigilia delle nuove manifestazioni, li racconta a Open in tutte le loro sfumature

Oggi hanno una ventina d’anni. Alle ultime elezioni presidenziali in Russia, nel 2018, ne stavano per compiere 18. Sono cresciuti in un’epoca in cui la politica russa è stata dominata da un’unica persona, Vladimir Putin, eccezion fatta per una breve parentesi in cui ha fatto la staffetta con Dmitry Medvedev, presidente dal 2008 al 2012. Davide Monteleone, fotografo italiano di fama mondiale e vincitore di tre World Press Photo Awards, li ha soprannominati Puteens in un servizio del 2018, una crasi tra il nome del leader russo e teenager. «Il nome non ha un colore politico – spiega Monteleone a Open – Abbiamo semplicemente cercato di tracciare un profilo di questa generazione». Troppo giovani per partecipare alla Rivoluzione bianca del 2011-2013, quando migliaia di persone sono scese in strada in decine di città per contestare le irregolarità nelle elezioni legislative, in questi giorni hanno avuto l’occasione di farlo in difesa di Alexei Navalny, il principale oppositore di Putin, arrestato al suo ritorno in Russia dopo cinque mesi di convalescenza per avvelenamento.


Dentro le ultime manifestazioni

«Il ruolo dei giovani nelle manifestazioni che stanno avendo luogo in Russia in realtà non è una novità e la partecipazione travalica di fatto più generazioni – ci spiega Monteleone -. Rispetto alle proteste del 2012, dove c’era una predominanza di intellettuali, adesso lo spettro sociale della Russia è molto più rappresentativo, anche dal punto di vista geografico. Ma se prima le manifestazioni erano molto silenziose, quasi timorose nei confronti dell’autorità, il 23 gennaio si sono visti anche scontri di carattere violento, con lo slogan “non abbiamo più paura”».

Per tentare di bloccare la loro partecipazione, il ministero dell’Istruzione ha incoraggiato le famiglie a trascorrere in campagna questo weekend, quando sono previste nuove proteste. Come scrive il New York Times, alcune università avrebbero minacciato di espellere gli studenti che parteciperanno alle manifestazioni pro-Navalny, mentre il Governo ha annunciato di voler sanzionare le piattaforme social – tra cui TikTok, molto seguita dagli under 21 – per la mancata rimozione di contenuti che inneggiano a nuove manifestazioni.

Il Cremlino accusa Navalny di far leva sul disagio giovanile. «Forse si dimentica che fino a qualche anno fa e ancora oggi, anche il Cremlino pescava nella classe giovane e un po’ disagiata – commenta Monteleone .- Quando aveva formato i movimenti di Molodaya Gvardiya oppure quello dei giovani di Russia Unita, ho visto più ragazzi provenienti da classi sociali complicate o medio-basse in quella parte politica che non in quella di Navalny. Al contrario, la base di Navalny e dell’opposizione è sempre stata caratterizzata dall’intelligentsia, forse anche in modo eccessivo visto che poi non aveva un riscontro vero nella base».

Una gioventù eterogenea

Non bisogna pensare che i Puteens siano automaticamente anti-Putin, infatti, o facilmente assimilabili ai ragazzi che frequentano il salotto online della figlia di Navalny a Mosca, Dasha Navalnya. Come racconta Monteleone, che ha vissuto a Mosca circa 10 anni da quando ci si è trasferito per la prima volta nel 2001, i ragazzi nel suo reportage, selezionati tramite un annuncio su Kontakt, il Facebook russo, sono rappresentativi non soltanto dell’intero arco politico ma anche dell’intero Paese, da San Pietroburgo a Novosibirsk. C’è il giovane cadetto che sostiene Putin perché «ha risollevato il Paese», c’è la ragazza che si è unita all’opposizione di Navalny dopo che il governo aveva tagliato il salario alla madre infermiera o il figlio di un marinaio che voleva studiare giurisprudenza e che guarda all’oppositore con diffidenza.

Salari bassi, corruzione, burocrazia, disuguaglianza: «[….] questi giovani hanno più volontà e necessità di cambiamento perché ovviamente come tutti i giovani nel mondo vogliono lavorare e costruirsi una vita indipendentemente dai propri genitori. Per questo sono pronti a mettere in gioco il loro futuro – continua Monteleone -. Ma è anche vero che per molti Putin ha ridato al popolo russo una forma di orgoglio e di identità che forse si era un po’ smarrita [dopo la fine dell’Urss ndr]. E credo che in alcuni giovani questo senso di orgoglio “putiniano” sia ancora molto forte. Al contrario, quelli che appoggiano l’opposizione, e in particolare Navalny, hanno più interesse a fare in modo che nel Paese ci sia un cambiamento: dopotutto un’alternanza politica e un cambiamento di leadership dopo 20 anni mi sembra quantomeno legittimo».

Editing video: Vincenzo Monaco

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