Proteste Usa, Trump: «Io come Lincoln per gli afroamericani»

Tutte le notizie in aggiornamento sull’omicidio dell’afroamericano e le proteste scoppiate negli Stati Uniti

Settimo giorno di proteste negli Stati Uniti per la morte di George Floyd, il 46enne afroamericano deceduto dopo essere stato fermato in modo violento dalla polizia. A Chicago due persone sono morte durante i disordini, circa 60 persone sono state arrestate. A St. Louis la polizia ha denunciato che quattro agenti sono stati feriti da colpi di arma da fuoco.


«Sono stati tutti trasportati in ospedale, sono coscienti, riteniamo che non siano in pericolo di vita», hanno fatto sapere su Twitter. Da Oakland a Los Angeles, migliaia di persone continuano a sfidare il coprifuoco, introdotto in diverse città Usa, per scendere in strada e protestare per la morte di Floyd.


A Washington Dc, un elicottero militare ha sorvolato la città scendendo al livello dei tetti delle abitazioni per spaventare i manifestanti: si tratta di una manovra condotta nelle zone di guerra per spaventare i rivoltosi e metterli in fuga.

La rivelazione del Washington Post sul ministro della Giustizia

Secondo il Washington Post è stato il ministro della Giustizia in persona, William Barr, a ordinare alle forze dell’ordine di estendere il perimetro
di sicurezza davanti alla Casa Bianca e sgomberare l’area davanti alla chiesa dove il presidente Trump si è recato per farsi riprendere mostrando una Bibbia. Una decisione che ha portato al lancio di lacrimogeni contro decine di manifestanti che stavano protestando pacificamente.

Coprifuoco a New York

A fronte delle continue manifestazioni e proteste a New York per l’uccisione di George Floyd, il sindaco di New York Bill De Blasio ha annunciato che il coprifuoco introdotto lunedì verrà anticipato alle 20 di oggi (fino alle 5 del mattino) e sarà esteso per tutta la settimana, fino al 7 giugno, vigilia della riapertura della città dopo il lockdown per il Coronavirus.

Sulla decisione del sindaco pesa anche il timore che gli assembramenti degli ultimi giorni possano provocare un nuovo aumento nei contagi. L’estensione del coprifuoco non ha placato Donald Trump, che – dopo aver rimproverato il governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo e suo fratello Chris, giornalista della Cnn – su Twitter è tornato ad attaccare il Sindaco per avere introdotto il coprifuoco troppo tardi.

Trump: «Io meglio di Lincoln»

«La mia amministrazione ha fatto più di qualunque altro presidente per la comunità degli afroamericani dai tempi di Abraham Lincoln. E il meglio deve ancora venire», ha twittato Donald Trump nella giornata di martedì citando la bassa disoccupazione e il calo della povertà e dei crimini

Un agente sputa su un manifestante

Continuano le contestazioni, continuano gli scontri tra polizia e manifestanti e continuano a circolare filmati e foto di azioni di repressione violenta e illecita da parte delle forze dell’ordine. Un video condiviso anche dal giornalista (vincitore premio Pulitzer) Ben Taub mostra un poliziotto, nella città di Richmond in Virginia, sputare ripetutamente addosso a un manifestante in manette ai suoi piedi. Come scrive Taub su Twitter, in tempi di Covid «atti come questi possono essere perseguiti come terrorismo».

Il discorso di Trump

Non sono mancati momenti di tensione davanti alla Casa Bianca, in attesa del discorso di Donald Trump alla nazione. La polizia ha usato lacrimogeni e ha caricato la folla. Nel suo discorso, Trump ha definito le proteste un «atto di terrorismo interno». E ha annunciato che mobiliterà l’esercito per fermare i disordini. In sottofondo il rumore dello scoppio dei gas lacrimogeni lanciati dagli agenti contro i manifestanti.

L’ex generale dell’esercito: «Minacce di Trump di schierare i soldati sono scandalose»

Nel corso di un’intervista alla Cnn l’ex generale dell’esercito statunitense Wesley Clark ha definito «scandalose» le parole di Trump sullo schieramento dell’esercito. Il Presidente aveva minacciato di far intervenire i soldati anche se i manifestanti della Casa Bianca erano già stati dispersi con i gas lacrimogeni.

Minneapolis, due terzi delle persone bloccate dalla polizia come Floyd sono nere

Secondo i dati del dipartimento di polizia di Minneapolis dal 2012 sono stati bloccati a terra dalla polizia come Floyd 428 persone. Nei report la manovra che prevede di mettere il ginocchio sopra il collo della persona fermata si chiama neck restraints. Di tutte quest persone, il 14% ha perso conoscenza. Il dato più importante riguarda però l’etnia delle persone fermate: due terzi sono afroamericani.

Trump va in chiesa a piedi

Dopo le dichiarazioni, il presidente Usa è andato a piedi verso la Saint John Epyscopal Church, dove si è fermato e ha mostrato la Bibbia. Un gesto che scatenato l’ira della chiesa episcopale. La vescova di Washington, Mariann Edgar Budde, si è detta indignata per il gesto. «Il nostro messaggio è antitetico a quello del presidente», ha detto Budde.

L’autopsia conferma omicidio

Intanto i risultati dell’autopsia ufficiale confermano che la morte di Floyd è avvenuta per soffocamento, causa esclusa in un primo momento dal rapporto preliminare. Il medico legale che ha svolto l’autopsia ha parlato di «un arresto cardiaco causato dalla pressione esercitata sul suo collo».

Borrell: «Inorriditi da omicidio Floyd»

«In Europa come negli Usa siamo inorriditi e scioccati dall’omicidio di George Floyd, un abuso di potere che deve essere combattuto negli Usa e altrove», ha detto l’Alto rappresentante dell’Ue Josep Borrell. «Tutte le società devono rimanere vigili contro l’eccessivo uso della forza e rispettare i diritti umani. Ovunque e nelle società che si basano sullo stato di diritto e il rispetto delle libertà, chi è incaricato di proteggere l’ordine pubblico non usi le sue capacità nello stesso modo in cui si è fatto negli Usa arrivando a questa infelice morte».

Berlino: «Proteste negli Stati Uniti legittime»

«Le proteste negli Stati Uniti d’America sono comprensibili e più che legittime», ha detto il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas. Ma si è raccomandato: «La speranza è non solo che non si traducano in violenza, ma anche che riescano ad avere degli effetti».

Anche l’Iran critica gli Stati Uniti

Anche l’Iran ha condannato gli Stati Uniti per la vicenda. «Un simile comportamento con Floyd ha rivelato il vero volto degli Usa. I diritti umani fondamentali in quel Paese sono annientanti mentre coloro che affermano di essere sostenitori dei diritti umani nel mondo non reagiscono al razzismo sistematico negli Stati Uniti», ha detto il capo della magistratura iraniana, Ebrahim Raisi. E ha aggiunto: «Gli Usa andrebbero processati nei tribunali internazionali per violazione di tali diritti».

«Alcuni non pensano che le vite dei neri contino», aveva scritto qualche giorno fa il ministero degli esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif. «È tempo che il mondo si unisca contro il razzismo», aveva twittato con l’hashtag #WorldAgainstRacism e #BlackLivesMatter, postando una dichiarazione di Pompeo relativa alle proteste in Iran, ma con parole modificate per indicare che quelle stesse parole, secondo Zarif, erano più appropriate agli Stati Uniti.

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