Cambio di strategia alla Casa Bianca. Joe Biden si allontana subito dalla politica del suo predecessore e in una telefonata con Vladimir Putin non ha risparmiato critiche per la detenzione e l’avvelenamento dell’attivista Alexei Navalny. Il capo della Casa Bianca ha espresso tutta la sua «preoccupazione» per l’avvelenamento del leader dell’opposizione russo e la repressione delle proteste. Un approccio decisamente più duro rispetto a quello cordiale usato dal presidente Trump. In un colloquio telefonico reso noto dalla Casa Bianca, il primo tra i due presidenti dall’insediamento ufficiale del 20 gennaio, Joe Biden ha affrontato molti dei dossier aperti sul tavolo dei rispettivi Paesi.
Dall’Afghanistan, con le presunte taglie russe sull’uccisione di soldati americani, agli attacchi cyber coordinati da Mosca. Tra gli altri temi trattati c’è stato anche quello delicato relativo al rinnovo del trattato Start sulla riduzione degli arsenali nucleari per altri cinque anni. Joe Biden ha inoltre chiarito la posizione degli Stati Uniti sull’Ucraina di fronte a quella che ritengono un’aggressione da parte di Mosca. Intanto, è già stata annunciata per domenica 31 gennaio un’altra manifestazione a favore di Navalny. Lo staff dell’attivista ha reso noto su Twitter che il prossimo raduno si terrà a Mosca davanti alla sede dei servizi di sicurezza interni russi (FSB), eredi del KGB.
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