Da Berlusconi a Di Maio e Zingaretti, i leader aprono a Draghi. Salvini frena l’entusiasmo: «Scelga tra noi e il M5s»

Finito il primo giorno di consultazioni. Domani tocca ad Autonomie, Leu, Italia Viva, Fratelli d’Italia, Pd e Forza Italia

Dopo aver accettato con riserva l’incarico di formare un nuovo governo affidatogli dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Mario Draghi ha avviato alle 15.30 le prime consultazioni con i partiti politici, che si sono concluse attorno alle 19. I colloqui proseguiranno fino al 6 febbraio. Al momento Draghi può contare sul sicuro appoggio di Pd, Italia Viva, Liberi e uguali, Forza Italia e alcune forze minori, come il gruppo degli Europeisti. Mentre la spaccatura nel M5s e nel centrodestra (con Fratelli d’Italia ferma sull’astensione e la Lega in forse su un’apertura, purché si torni alle urne a breve) ancora non consente di delineare il perimetro e i numeri della nuova maggioranza.


Nel frattempo in serata comincia a circolare la notizia, confermata alle agenzie da diverse fonti parlamentari del Movimento, che il fondatore Beppe Grillo sarebbe in arrivo a Roma: un segnale che conferma il momento cruciale politico. In qualità di garante dei 5 Stelle, potrebbe addirittura prendere parte alle consultazioni: un passaggio su cui al momento non vi è però alcuna conferma da parte del Movimento.


Il calendario delle consultazioni

Le consultazioni si concluderanno sabato in tarda mattinata. Oggi è stato il turno dei partiti e dei gruppi più piccoli, che si sono tutti detti pronti a sostenere un esecutivo guidato dell’ex governatore della Bce:

  • +Europa – Azione
  • Maie – Psi
  • Centro democratico – Italiani in Europa
  • Europeisti – Maie
  • Misto Camera
  • Noi con l’Italia – Cambiamo! – Alleanza di centro

Domani, dalle 11, sarà la volta delle Autonomie, di Leu, Italia Viva, Fratelli d’Italia, Pd e Forza Italia. Si chiuderà sabato con Lega e M5s, sempre a partire dalle 11. Gli incontri dureranno mezz’ora o un’ora a seconda del peso delle forze politiche.

Zingaretti ribadisce l’appoggio del Pd

L’appoggio del Pd a un governo Draghi è stato ribadito dal segretario dem Nicola Zingaretti: «Si è aperta una fase del tutto nuova. La personalità di Draghi è di assoluta forza e grande valore. Può essere la soluzione per portare l’Italia fuori dalla situazione caotica e dal rischio di paralisi che la crisi ha determinato. Credo che il Pd debba contribuire al successo di questo tentativo». Zingaretti auspica quindi che prenda corpo in parlamento una maggioranza «ampia ed europeista». Composta, oltre che dallo stesso Pd, dal M5s, da Leu e da tutte quelle forze che si dichiarano «moderate, liberali, socialiste».

Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev | Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, auspica una maggioranza «ampia ed europeista» a sostegno di Mario Draghi

Giorgetti si smarca: «Draghi è un fuoriclasse»

Dall’altra parte della barricata politica, all’interno della Lega, le parole più favorevoli a un governo guidato da Mario Draghi sono arrivate finora da Giancarlo Giorgetti: «È un fuoriclasse come Ronaldo. Uno come lui non può stare in panchina». Giorgetti, dopo la riunione della segreteria del partito, si è fermato a prendere un caffè con Matteo Salvini e Lorenzo Fontana.

L’aut aut di Salvini: «O noi o Grillo»

Lo stesso Salvini ha invece posto un aut aut: «Draghi dovrà scegliere tra le richieste di Beppe Grillo e la nostre, che sono il contrario. Meno tasse o più tasse. Noi siamo liberi. Meno tasse e meno burocrazia».

Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev | Le parole di Matteo Salvini dopo la riunione della segreteria della Lega

Il sì di Toti e Lupi

Giovanni Toti di Cambiamo! e Maurizio Lupi di Noi con l’Italia hanno annunciato il possibile passaggio in maggioranza: «Ci auguriamo che il governo Draghi possa partire con la base parlamentare più vasta e plurale possibile», ha detto infatti Toti. E Lupi gli ha fatto eco: «Draghi è una figura autorevole e forte, è una risorsa e una grande opportunità per l’Italia. Ci sarà un secondo incontro, un secondo giro».

Tabacci non pone condizioni al governo

Bruno Tabacci, in rappresentanza di Centro democratico – Italiani in Europa, componente del gruppo Misto alla Camera, non ha nascosto tutto il suo apprezzamento per l’incarico affidato a Draghi: «Si tratta di un’occasione che non si può sprecare. L’appello ai partiti del presidente Mattarella, così coraggioso e inatteso, è stato una frustata. A Draghi abbiamo detto che noi non abbiamo alcuna condizione da porre, siamo consapevoli che la svolta può essere importante».

Per Crimi il reddito di cittadinanza non si tocca

Al contrario il capo politico del M5s, Vito Crimi, in vista delle consultazioni con Draghi ha voluto subito mettere le mani avanti sul reddito di cittadinanza, provvedimento-bandiera dei pentastellati: «Sento già qualcuno appellarsi al presidente incaricato affinché tolga il reddito di cittadinanza. Sabato prossimo andremo alle consultazioni e porteremo al tavolo il M5s con la sua storia, le sue battaglie e le sue visioni. Fra queste il reddito di cittadinanza è uno dei punti fermi. Perché, oggi più di ieri, nessuno deve rimanere indietro».

Berlusconi guiderà la delegazione di Forza Italia

Il 5 febbraio sarà Silvio Berlusconi a guidare la delegazione di Forza Italia per le consultazioni. «Parlerà lui con Draghi, del resto fu lui a indicarlo come governatore della Bce, tra loro c’è un’antica conoscenza e assonanza sulle politiche economiche», ha detto il numero 2 degli azzurri, Antonio Tajani.

Da +Europa e Azione convinto sostegno a Draghi

Emma Bonino, in rappresentanza delle componenti +Europa – Azione – Radicali italiani dei gruppi misti di Camera e Senato, al termine delle consultazioni ha espresso «il più ampio e convinto sostegno al tentativo che sta facendo il presidente Draghi». Mentre per Carlo Calenda, leader di Azione, «al termine della legislatura più pazza degli ultimi anni, la più trasformista e incoerente, l’unico atteggiamento responsabile è non mettere condizioni alla costruzione del governo. Il nostro sostegno è pieno e incondizionato».

Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev | Carlo Calenda, leader di Azione, dopo le consultazioni con il premier incaricato Mario Draghi

Mattarella è moderatamente ottimista

Il Quirinale sta seguendo con attenzione l’evolversi della crisi di governo e ha fatto filtrare un moderato ottimismo sulla possibilità di una soluzione. Il Capo dello Stato ha inoltre apprezzato sia il gesto, sia le parole pronunciate da Conte sull’incarico a Draghi poco prima dell’inizio delle consultazioni.

Salvini a colloquio da solo

Commentando il fatto che il centrodestra andrà alle consultazioni separatamente, Matteo Salvini ha spiegato: «Meglio che ognuno dica liberamente quello che ha in testa». Il leader della Lega ha voluto inoltre rimarcare la propria autonomia: «Noi non siamo costretti a fare nulla controvoglia, l’unità del centrodestra è un valore. Governiamo in 14 regioni su 20».

Conte augura buon lavoro a Draghi

Nel frattempo, in questo clima di incertezza, il premier uscente Giuseppe Conte ha voluto sgombrare il campo da ogni equivoco sulla sua posizione personale: «Ho augurato a Draghi buon lavoro, non sarò in alcun modo di ostacolo», ha detto infatti il professore fuori da Palazzo Chigi. Per poi lanciare un messaggio rassicurante al M5s: «Io ci sono e ci sarò».

Di Maio e Bonafede ringraziano il premier uscente

Immediata la replica dell’ex capo politico dei pentastellati, Luigi Di Maio: «Ringrazio profondamente Conte per le sue parole. Condivido pienamente la necessità di un forte impulso politico nel governo che andrà a formarsi. Il M5s gli è riconoscente e continuerà a essere protagonista anche grazie a lui». In precedenza, Di Maio aveva chiesto ai suoi di essere maturi: «Stiamo attraversando una crisi politica complessa e non abbiamo colpe. Non avremmo mai voluto che si arrivasse a questo, con una pandemia in corso e le enormi difficoltà del nostro comparto produttivo. Ma è proprio in queste precise circostanze che una forza politica si mostra matura agli occhi del Paese». Sulla stessa linea il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: «Oggi Conte ha confermato ancora una volta l’alto senso delle istituzioni che ha sempre ispirato le sue azioni. In questi anni il M5s ha iniziato un percorso politico al fianco di Conte che, certamente, non si interrompe adesso, con la fine dell’esperienza di governo».

Ringrazio profondamente Giuseppe Conte per le sue parole, per la responsabilità istituzionale mostrata ancora una volta,…

Pubblicato da Luigi Di Maio su Giovedì 4 febbraio 2021

Berlusconi apre al nuovo esecutivo

Nel campo del centrodestra si è fatta sentire la voce del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi: «La scelta del presidente della Repubblica di conferire a Mario Draghi l’incarico di formare un nuovo governo va nella direzione che abbiamo indicato da settimane, quella di una personalità di alto profilo istituzionale attorno alla quale si possa tentare di realizzare l’unità sostanziale delle migliori energie del Paese». L’Italia, ha detto ancora Berlusconi, «ha bisogno di ricevere risposte certe e immediate sull’emergenza sanitaria, economica e sociale». E compito della politica è «assumersi la responsabilità delle scelte con le donne e gli uomini che la rappresenteranno nell’esecutivo». Preservare l’unità del centrodestra viene tuttavia giudicato essenziale: «Ci siamo confrontati e continueremo a confrontarci con i leader del centrodestra, convinti dell’importanza di preservare un’alleanza essenziale per il futuro del Paese».

La riserva da sciogliere

In caso di esito positivo della tre-giorni di consultazioni, Draghi potrebbe salire al Colle già sabato 6 febbraio per sciogliere la riserva e accettare definitivamente l’incarico di presidente del Consiglio.

Il giuramento

Dopo aver trovato l’accordo sulla lista dei ministri, si procederebbe al giuramento del nuovo governo con la consegna, da parte del premier uscente Conte, della campanella, che viene tradizionalmente suonata per dare inizio al Consiglio dei ministri. Il nuovo presidente nominerebbe in quel frangente il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, destinato a svolgere le funzioni di segretario del Consiglio dei ministri.

La fiducia

Già all’inizio della prossima settimana, Draghi potrebbe chiedere la fiducia in parlamento. Un voto che, per il principio dell’alternanza, partirebbe dalla Camera, visto che il Governo Conte II era nato al Senato.

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