Caso Maradona, indagati altri due infermieri e un dottore. L’ombra delle liti nello staff medico dietro la morte del campione

I tre sono indagati per “sospetta imperizia”: avrebbero anche cambiato versione dei fatti nel corso dei vari interrogatori

Spuntano tre nuovi indagati nell’inchiesta della Procura di San Isidro, in Argentina, sulla morte di Diego Armando Maradona avvenuta il 25 novembre scorso. Anche il medico Carlos Diaz, che lo seguiva dal settembre 2020, è stato aggiunto alla lista. Con lui, due infermieri, Ricardo Almiron e Dahiana Gisela Madrid, che si alternavano, per tenere sotto controllo 24 ore su 24 le condizioni di salute del Pibe de Oro, nella casa dove stava trascorrendo la convalescenza dopo essere stato operato al cervello per rimuovere un ematoma subdurale.


Le indagini sui medici

I tre sono indagati per sospetta imperizia. Nel dicembre scorso gli inquirenti, attraverso una commissione medica interdisciplinare ad hoc, avevano indagato anche il neurologo e chirurgo Ricardo Luque e la psichiatra Agustina Cosachov. Pare che i due non fossero in buoni rapporti con Diaz, considerato una figura preponderante nell’entourage medico del fuoriclasse argentino.


I due infermieri hanno cambiato versione

I due infermieri sono invece sotto inchiesta, secondo l’agenzia Telam, per falsa testimonianza. Durante il primo interrogatorio avevano raccontato di aver controllato i parametri vitali di Maradona intorno alle 9.30 del mattino in cui l’ex fuoriclasse morì. La versione è poi cambiata: i due hanno confessato di aver visitato per l’ultima volta la stanza di Maradona solo la notte precedente.

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